Immagini

L’immagine ci tocca, non è solo oggetto dello sguardo. Nutriamoci di immagini che ci mettono in movimento, che ci risvegliano e ci aiutano a contribuire. Immagini di pace e non di guerra.
01 Aprile 2022 | di

L’immagine è potente, parla al cuore e alla mente insieme, risveglia la nostra coscienza, la nostra empatia, il nostro desiderio di contribuire. Due esempi: Alan Kurdi e Mustafà. Il primo, un bimbo dalla vita stroncata nel tentativo di trovare un luogo in cui crescere e vivere libero con la sua famiglia. Una maglietta rossa, un corpicino inerme sulla riva di un mare ormai diventato «cimitero liquido». Oltre ogni ideologia, oltre ogni posizione politica, tutti abbiamo capito che quella morte innocente era ingiusta.

Da quell’immagine, che ha colpito tutti come una freccia, una ferita, sono nate tante iniziative. Come quella di un bagnino spagnolo che non è riuscito a far scivolare via la tristezza e l’indignazione ed è partito per Lesbo, per fare il possibile per salvare vite dal mare, per strapparle alla morte. Senza chiedere da dove vengono, come il samaritano non ha fatto domande preliminari per soccorrere il ferito. Così è nata Open Arms, una barca e un’impresa che ha già salvato più di 60 mila persone. Alan non è riuscito a vivere.

Mustafà era un bimbo apparentemente destinato a una non vita, il corpo mutilato e deformato dagli effetti della guerra. Eppure capace di sorridere, felice tra le braccia di un papà a sua volta mutilato. Un’immagine che ha fatto il giro del mondo, toccato i cuori, attivato una catena di solidarietà che ridarà nuova vita (e nuovi arti) a Mustafà e alla sua famiglia. L’immagine ci tocca, non è solo oggetto dello sguardo. Nutriamoci di immagini che ci mettono in movimento, che ci risvegliano e ci aiutano a contribuire. Immagini di pace e non di guerra.

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Data di aggiornamento: 01 Aprile 2022

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