La disabilità nella Grande Mela

A giugno, a New York, si è tenuta la Conferenza annuale degli Stati che aderiscono alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.
09 Ottobre 2025 | di

Nel giugno scorso (dall’8 al 12), a New York, si è tenuta la diciottesima Conferenza annuale degli Stati che aderiscono alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. La Convenzione è un trattato internazionale in vigore dal 2008 (l’Italia ha aderito nel 2009). I Paesi che la ratificano si impegnano ad adottare leggi e politiche per garantire alle persone con disabilità pari diritti in ambiti fondamentali come educazione, lavoro, salute, accessibilità, partecipazione alla società e alla vita politica. La Convenzione promuove un cambio di paradigma: le persone con disabilità non sono più viste come oggetto di assistenza, ma come protagoniste della loro vita. 

In questa importante occasione, era presente la ministra italiana per le Disabilità, Alessandra Locatelli, la quale ha focalizzato l’attenzione su due questioni: il «tempo di vita» e quello «ricreativo», illustrando in particolar modo come le realtà associative e del Terzo Settore stiano operando su questi due livelli, attraverso attività ricreative e lavorative incentrate sulla vita indipendente, che possano offrire alle persone con disabilità percorsi il più possibile autonomi. Come si legge dal portale italiano dell’Onu, Locatelli ha esordito con queste parole: «Nulla è possibile, nulla è necessario se non ci prendiamo cura delle persone. Cari colleghi, sono convinta che dobbiamo essere presenti a ogni incontro a ogni livello: per parlare di valorizzazione, per parlare di accessibilità universale, per parlare di nuove tecnologie e Intelligenza artificiale, per parlare di sport e vita ricreativa, per parlare di protezione in caso di crisi umanitarie, cambiamenti climatici e conflitti. Perché tutto questo riguarda le persone!». Da queste parole emerge dunque l’urgenza di porre al centro dei vari contesti la persona. Le nuove tecnologie e i nuovi linguaggi sono importanti nel supportare i percorsi delle persone con disabilità, ma non bisogna mai dimenticare quali sono le loro caratteristiche, i loro bisogni e desideri che emergono nella quotidianità. 

In questa conferenza ha avuto un ruolo di spicco anche la Chiesa, grazie alla partecipazione di suor Veronica Donatello (in foto), responsabile del Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della Cei, che ha portato all’assemblea internazionale l’impegno della Chiesa italiana sul tema del «Progetto di vita», mediante tre percorsi operativi complementari: l’appartenenza e la dimensione spirituale, l’accompagnamento nei cambiamenti di vita e i sostegni nell’abitare, con esperienze che vanno dalla residenzialità al co-housing. Parole importanti! Un monito per guardare all’orizzonte. Ad esempio, noi del Centro documentazione Handicap di Bologna ogni anno facciamo progetti di vita indipendente, dove le persone con disabilità sono protagoniste sia nelle mansioni quotidiane – per esempio facendo la spesa scegliendo ciò che vogliono consumare – sia nell’ambito lavorativo, dove fanno le loro esperienze di autonomia traducendo in CAA (Comunicazione Alternativa Aumentativa) i libri di loro interesse. E per voi quale è la strada per il futuro delle persone con disabilità? Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Instagram e Facebook.

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Data di aggiornamento: 09 Ottobre 2025
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