La luce danza irrequieta
Eppure il lillà tornava a fiorire, il cielo era blu e i merli cantavano. «La bellezza resta immortale. L’amore resta immortale anche se, per i nostri occhi malati, tutto è avvolto da un velo nero», annotava nel suo diario Carla Simons, scrittrice e traduttrice di origine ebraica. Era il maggio 1942 e nella città di Amsterdam occupata la persecuzione nazista verso gli ebrei si faceva sempre più forte e dolorosa. Dalla sua casa nel Rivierenbuurt, il «quartiere dei fiumi», Carla vedeva e viveva l’angoscia, i tempi scuri, il dramma dei cartelli «Vietato agli ebrei». Sapeva, sentiva che quel mondo sarebbe diventato sempre più tenebroso, eppure non voleva rassegnarsi: «Ogni tanto irrompe la luce, sperimentiamo lo stato di grazia, e quel momento vale abbastanza da convincerci che il mondo è cattivo, ma Dio è buono, e dobbiamo lottare per salvare ciò che vale la pena salvare, facendo tutto il nostro meglio», scriveva. Anche per lei sarebbe arrivato il giorno fatale: il 3 agosto 1943 la Gestapo la arrestò a casa sua, su disposizione di Adolf Heichmann, responsabile della sezione per gli affari ebraici della direzione del Reich. Carla venne trasferita nel lager di Auschwitz, dove morì il 19 novembre. Aveva 40 anni.
Carla Simons ha vissuto nella stessa città e negli stessi anni di Anna Frank ed Etty Hillesum e, come loro, ha tenuto un diario dei drammatici eventi che sferzavano la comunità ebraica. Il suo racconto abbraccia circa un anno e mezzo: da gennaio 1942 al maggio dell’anno successivo. È una testimonianza viva, profonda, ma anche delicata e sempre tenacemente aperta a uno sguardo futuro che non vuole arrendersi all’orrore. Ma – incredibilmente – il diario di Carla è rimasto inedito per più di 70 anni: solo nel 2014 è stato pubblicato in Olanda, poi due anni fa una copia del dattiloscritto originale è stata ritrovata all’Istituto Veritatis Splendor della Fondazione Lercaro di Bologna, nell’archivio personale della storica Romana Guarnieri, figlia dell’italianista Romano Guarnieri, docente e compagno di Carla, ed è stato finalmente reso disponibile anche in italiano.
«Il diario di Carla Simons permette ai lettori di entrare nel mondo interiore dell’autrice, costellato di contraddizioni e paure, ma in cui la speranza e il desiderio di vita non vengono meno, un mondo privato in cui irrompe prepotente e drammatica la storia – sottolinea la curatrice Francesca Barresi –. Il suo è lo sguardo maturo di una donna di 40 anni consapevole del suo futuro, che si rende conto anche dell’indifferenza di molti». Ma non rinuncia a credere, e chiude il suo diario proprio sulle parole del vangelo di Luca, quelle pronunciate da Gesù nel Getsemani: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice, tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà».
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