La montagna cromata

A Bulqizë, in Albania, è custodita la più grande riserva di cromo d’Europa. Un metallo fondamentale per moltissimi oggetti che tutti noi usiamo, ignari delle gravi ingiustizie che stanno a monte del processo di estrazione.
19 Maggio 2022 | di

L’Albania è il secondo Paese in Europa con la maggiore quantità di risorse naturali pro capite, soprattutto cromo, rame, nichel e carbone. Secondo un’indagine della Banca Mondiale, la «Terra delle Aquile» ha più risorse naturali per abitante di Grecia, Turchia, Italia e Germania. Bulqizë, la cosiddetta «città delle miniere», è un paese di 12 mila abitanti adagiato sulle montagne del Nord-est dell’Albania; ha la più grande riserva di cromo d’Europa.

«Mio padre ha lavorato in miniera per trentaquattro anni, è andato in pensione due anni fa, ma le pensioni sono così basse che è stato costretto a tornare in miniera per arrotondare. Da più di vent’anni in miniera ci lavoro io e da qualche anno anche mio figlio. Tutta la mia famiglia lavora a migliaia di metri sottoterra nei cunicoli stretti della montagna. Ogni mattina, prima di recarci a lavoro, guardiamo negli occhi le nostre mogli e non sappiamo se le rivedremo mai più. Spero che un giorno la condizione di tanti minatori possa cambiare. Dobbiamo farlo per il bene di tutta la comunità di Bulqizë». Ramazan si racconta così, con il viso segnato dalla stanchezza e coperto di polvere del turno appena concluso in miniera. Sveglia alle 5 del mattino, con la propria auto raggiunge il centro di Bulqizë, dove ad attenderlo c’è il pulmino della compagnia proprietaria della miniera che, insieme ad altri operai, lo accompagna a lavoro.

Migliaia sono le persone di Bulqizë che lavorano nelle miniere di cromo utilizzando esplosivi, attrezzature e sistemi di trasporto di minerali risalenti agli anni ‘50, rischiando la vita ogni giorno. Dopo la caduta del regime comunista, le miniere sono state privatizzate e il lavoro dei minatori è diventato sempre più rischioso. Oltre alle paghe da fame, la manutenzione delle gallerie è l’ultimo dei problemi dei proprietari. I minatori rischiano la vita ogni giorno scavando nelle viscere della montagna, lavorando più di 8 ore fino a mille metri di profondità, per una paga di 35 mila lekë al mese, pari a 286 euro. Solo negli ultimi dieci anni a Bulqizë sono morti ventidue minatori nelle gallerie delle miniere e non c’è un giorno che non avvenga un incidente.

In molti casi in cui gli incidenti sono stati mortali, le istituzioni statali hanno incolpato le vittime. Anche le donne vengono impiegate nel lavoro minerario: in genere sono assunte perché vedove di minatori e si occupano della selezione delle pietre di cromo. I media in Albania, tra cui BIRN (Balkan Investigative Reporting Network) che ha condotto diverse indagini sull’argomento, hanno riferito che le società che impiegano minatori – alcune delle quali hanno rivelato stretti legami politici – sono raramente perseguite dalle autorità giudiziarie. Nei rapporti curati da AKSEM (Autorità Nazionale per la Sicurezza e le Emergenze Minerarie) per la verifica delle condizioni di sicurezza e salute sul lavoro in sotterraneo, emerge una serie di problematiche, a partire dalla preparazione dei lavoratori all’uso dei macchinari, all’installazione di cartelli di segnalazione sui rischi sul lavoro, all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale fino alle condizioni igienico-sanitarie.

Diverse sono state le manifestazioni contro le dure condizioni di lavoro nelle miniere e a favore dell’aumento dei salari e della riduzione dell’età pensionabile. Finora il governo albanese non ha ancora approvato nessuna delle richieste dei minatori di Bulqizë. Per questo, nel novembre 2019, centinaia di minatori di Bulqizë si sono riuniti e hanno formato un nuovo sindacato, il Syndicate of Unified Miners of Bulqizë (SMBB), per chiedere migliori condizioni di lavoro. Dicono che solo pochi giorni dopo la creazione del sindacato, alcune società di estrazione del cromo hanno iniziato a licenziare i sindacalisti e a esercitare pressioni sui minatori a causa del loro attivismo.

Molti membri delle famiglie dei minatori deceduti si rifiutano di parlare apertamente. Quando accettano, lo fanno a patto che i loro nomi non vengano pubblicati. Alcuni di essi, infatti, lavorano nelle miniere stesse, altri nelle istituzioni pubbliche e temono di perdere il lavoro. Altri, invece, hanno paura di perdere il compenso finanziario cui hanno diritto a causa della perdita dei loro cari. Il cromo rappresenta una risorsa naturale non rinnovabile di rilevanza economica mondiale. Grazie alla sua elevata resistenza alla corrosione, ha un’ampia gamma di applicazioni industriali, in particolare nei processi di raffinazione dell’acciaio e cromatura di tutti i tipi di prodotti di uso quotidiano, come ad esempio le posate da cucina o le superfici dei veicoli. La dura vita nelle miniere di Bulqizë mostra un’immagine angosciante del punto di partenza della filiera di molti dei prodotti che tutti noi utilizziamo quotidianamente. 

 

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Data di aggiornamento: 19 Maggio 2022
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