L’oceano di Antonio
«Quante gocce di rugiada intorno a me / Cerco il sole, ma non c’è / Dorme ancora la campagna, forse no / È sveglia, mi guarda, non so […]». Così inizia uno dei più grandi successi della Premiata Forneria Marconi, Impressioni di Settembre (1972). E qui la mia attenzione si sofferma subito su un piccolo grande dettaglio di questo bel quadretto, dipinto dalle dolci parole del celebre gruppo rock progressivo degli anni Settanta: le gocce, quanto mistero intorno a loro! Da piccolo mi affascinava osservarle mentre cadevano a cadenza ritmata dal rubinetto della cucina, e spesso mi chiedevo quale potesse essere la loro origine, e chissà dove andassero a finire!
Personalmente credo che una goccia abbia due possibilità: la prima è quella di resistere per rimanere goccia, e quindi, resistere per esistere; la sua seconda possibilità è quella di accettare di poter diventare acqua. Così, una goccia può arrivare a essere anche fiume, mare, oceano…Sono «gocce che si trasformano in acqua» tutte quelle persone con disabilità che compiono scelte significative per se stesse e al contempo apportano il proprio contributo alla società. Con questa bella metafora il mio ricordo va a un caro amico – scomparso di recente a 54 anni –, Antonio Giuseppe Malafarina, blogger della rubrica InVisibili del «Corriere.it», e direttore responsabile del portale d’informazione on line «Superando.it». Antonio Giuseppe è stato dunque uno dei più importanti giornalisti con disabilità contemporanei, da sempre impegnato ad affrontare tutti quei temi legati alla diversità e all’inclusione senza alcuna forma di pietismo.
Anche lui era una goccia, ma poi ha scelto di essere corrente… «corrente di pensiero», con la bellezza delle sue parole, dei suoi gesti, del proprio lavoro. Malafarina è stato infatti promotore e curatore di molti progetti: il «Festival delle abilità» nel parco della Chiesa Rossa a Milano, la mostra per il decennale della scomparsa di Franco Bomprezzi – un altro grandissimo giornalista con disabilità –, il premio giornalistico «Cernuschi», il progetto «D.A.M.A» (Disabled Advanced Medical Assistance), nato a Milano presso l’ospedale San Paolo, per «definire percorsi nuovi di accoglienza medica coordinata a favore dei disabili gravi e gravissimi, con deficit intellettivo, comunicativo e neuromotorio»; infine, non possiamo dimenticare la sua immensa passione per gli avatar, e tutto ciò che concerne le tecnologie inclusive.
Caro «Conte» – perché in tanti ti chiamavano così –, colgo l’occasione di ricordarti con una delle tue più belle massime: «L’inclusione è una parola magica, quando esiste svanisce». Ma l’inclusione oltre a essere magica, può anche essere liquida, e attraversare, immergere ogni cosa e persona come fiume, mare e oceano, quando accoglie piccole gocce che per esistere svaniscono… o meglio si trasformano in qualcosa di più grande e accogliente. L’acqua, lo sappiamo bene, è fonte di vita, e la tua vita, Antonio, ha contribuito a creare quello che è l’oceano dell’inclusione, dove ci sono onde che non si fermano mai. Ciao Antonio! Un sorriso. Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.
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