Non c'è rosa senza spine

Cerchiamo di non distogliere mai lo sguardo dalla nostra «rosa». Per lasciarci sedurre dalla sua bellezza e raggiungere così mete importanti, senza farci spaventare da fatiche e delusioni.
23 Luglio 2024 | di

Conosciamo tutti questo comune detto popolare che sta a indicare e a ricordarci che ogni cosa o esperienza bella e piacevole comunque sempre si accompagna a qualcosa di sgradevole e persino di doloroso. Ogni rosa, nonostante la sua bellezza, mostra le sue spine. Dunque ogni esperienza, per quanto desiderabile e affascinante, presenterà lati negativi, difficoltà e rischi. Prima di prendere una decisione, quindi, dobbiamo fare attenzione e valutare attentamente le situazioni, per non scoprire solo in un secondo momento problemi o difficoltà che erano rimasti nascosti.

In senso più esteso, questo proverbio può metterci in allarme circa la tendenza a giudicare basandoci esclusivamente sull’apparenza, così da non farci ammaliare da ciò che sembra perfetto. Le rose, con i loro colori vivaci e talora col loro profumo ammaliante, ci seducono e ci fanno deviare l’attenzione dalle spine, da ciò che punge e ferisce. Nella vita, invece, ogni obiettivo o desiderio non è facile da raggiungere, ma richiede impegno, sacrificio e accettazione delle difficoltà che possiamo incontrare lungo il cammino. D’altra parte, con quella perfetta distribuzione dei suoi petali e quella forma che, nonostante le mille varianti, sembra sempre riassumere in sé l’armonia del mondo, la rosa ha una bellezza che richiama all’idea di sacrificio e cura, come è noto a tutti coloro che per passione o per lavoro si dedicano alla sua coltivazione.

Ogni folata di vento, ogni cambiamento improvviso dell’umidità nell’aria, ogni volta che il caldo imperversa, dobbiamo correre ai ripari per scacciare insetti, parassiti o funghi, quando le spine non bastano alla pianta per difendersi da sola. E tutta questa cura deve essere portata avanti senza indugio, nei tempi e nei modi giusti, senza perdere la pazienza né scoraggiarci. Di fronte a tanta richiesta di attenzioni, soprattutto quando gli anni passano e le esperienze hanno fatto sentire le loro spine, si verrebbe tentati di assumere un atteggiamento timido, di estrema prudenza, di valutazione e rivalutazione all’infinito delle prossime mosse, talora fino all’immobilità. Tra l’altro, la cura comporta un impegno emotivo, per non dire affettivo, che per qualcuno può rappresentare un ulteriore ostacolo, dovendosi esporre non solo all’impiego di tempo ed energie ma anche a un coinvolgimento psicologico, col rischio, tra l’altro, di non riuscire a far sbocciare splendide rose o addirittura alcuna rosa. Si configura, in tal senso, una situazione di ulteriore rischio.

Allora, che fare? Rinunciare alla bellezza, al fiore perfetto, all’armonia che sicuramente non sarà «gratis»? In quest’ottica dobbiamo dunque rinunciare a prendere iniziative, condizionati dalla paura delle spine? Dobbiamo smettere di inseguire i nostri sogni, le nostre aspirazioni, limitandoci a guardare da lontano le rose del giardino vicino, magari desiderandole e invidiando chi di loro ha avuto cura, ma senza che questo induca in noi una qualche azione, un qualsiasi moto che ci faccia fare un passo in avanti e ci faccia prendere una decisione? Oppure possiamo pensare che esiste un modo nuovo e originale di affrontare la questione? Una splendida bambina un giorno mi disse, mostrandomi un disegno: «Non c’è spina senza rosa!». Ovviamente, da adulto quale sono, la corressi, ma lei insistette e si mise a ridere. Allora capii quello che mi voleva dire, il suo ottimismo, la forza vitale che si faceva strada in lei nonostante i suoi disagi familiari, la bellezza che vince e si impone in maniera esuberante, quando non vi è più la paura, il calcolo a guidare il nostro percorso di vita. La freschezza delle sue parole si impose come una illuminazione, con la semplicità e la forza dell’evidenza.

Se lasciamo che la bellezza della nostra rosa si imponga ai nostri occhi e al nostro cuore, sicuramente anche in virtù delle spine con cui inevitabilmente dovremo fare i conti, proprio quel fiore diverrà per noi particolarmente prezioso e unico e ben riconoscibile tra i milioni di altre rose, come bene ha scritto Saint-Exupéry nel suo libro più bello: Il Piccolo Principe. Se, con atteggiamento responsabile e consapevole, non distoglieremo lo sguardo dalla rosa e ci lasceremo sedurre dalla sua bellezza, potremo raggiungere mete fortemente agognate e saremo disposti a farci pungere da qualunque tipo di spina, dalla fatica e dalle delusioni, senza farci scoraggiare. Non è questione di praticare un ottimismo ottuso e ingenuo, ma dell’assunzione cosciente di una nuova prospettiva che si impone per realismo e onestà. 

È bene quindi ricordare e lasciarci «schiaffeggiare» dalle parole gioiose e quasi «sfacciate» gridate con tono fermo da quella splendida bambina ogni volta che ci troviamo a un bivio, ogni volta che abbiamo la tentazione di rinunciare, di percorrere il sentiero meno difficoltoso, la scorciatoia verso un mondo parallelo, in cui saremmo solo fantasmi in compagnia di altri fantasmi, dopo aver messo da parte ciò che siamo e ciò che potremmo diventare in tutta la nostra bellezza.

Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»! 

Data di aggiornamento: 23 Luglio 2024
Lascia un commento che verrà pubblicato