29 Giugno 2022

Novelli sposi… da cinquant’anni!

Franco scrive una lettera appassionata a Fernanda, in occasione del cinquantesimo anniversario di matrimonio. Un amore, il loro, profondo e intenso, nonostante le difficoltà della vita. Ma è possibile ri-innamorarsi ogni giorno per così tanto tempo?
Novelli sposi… da cinquant’anni!

© Giuliano Dinon / Archivio MSA

«Mia amatissima Fernanda, ricordo vividamente quel giorno come fosse oggi. Era una domenica mattina del dicembre 1970, quando mi recai dai tuoi genitori per chiedere, secondo usi e costumi della società di 52 anni fa, la tua mano o il consenso. Non ti nascondo che lo feci con molta timidezza e vergogna. Infatti sentivo di osare tanto, perché ero convinto di non essere alla tua altezza. La tua superiorità fisica, morale e intellettiva mi creava un lieve imbarazzo. Arrivammo alle nozze, dopo circa sedici mesi di attrazione, euforia e amore puro e sincero, come due sposi ingenui, semplici e senza alcun orizzonte ben definito. In una parola, non avevamo nulla, ma eravamo guidati da una forza-speranza dirompente di amore divino e umano. Ne abbiamo viste di cotte e di crude in questi dieci lustri di felice unione coniugale. Abbiamo superato tutti gli ostacoli e le asperità della vita grazie alla nostra tenacia, al coraggio e al forte legame affettivo tra di noi. Ci sono stati momenti bui in cui, come buon marito, pensavo di non farcela economicamente e socialmente, ma mi sono sempre trovato a fianco una donna intelligente, diligente e fiduciosa delle sue forze, che ha saputo risollevarmi dalle angosce e dai problemi quotidiani. Per me, Fernanda, sei stata una vera risorsa. La tua bella e altera presenza mi ha arricchito moralmente, socialmente e familiarmente. Ero, e sono, fiero e orgoglioso di te. Tu, mia adorata compagna di vita, sei stata una moglie, mamma e nonna irreprensibile. Una linfa che ha alimentato il tessuto della nostra famiglia. Voglio dirti grazie per essere venuta nella mia vita. E grazie ancor di più per tutto il bene che mi hai donato durante i 50 anni di unione sponsale. Ancora oggi, Dio ci ha dato la ventura di cercarci con lo sguardo e una semplice carezza che ha lo stesso calore e affetto di 50 anni fa. Il rispetto, la fede granitica e la premura sono stati alla base del nostro matrimonio. Voglio dirti, mia dilettissima Fernanda, grazie ad infinitum di avermi fatto vivere questo affascinante sogno che mi porta oltre la volta celeste, dunque l’iperuranio: una dimensione metafisica, a-spaziale e a-temporale, puramente spirituale. Voglio farti un regalo. Qualcosa per ricordarti che il mio amore è importante: un paio di orecchini. Ma il regalo più bello è questo: oggi come allora ti sposerei altre cento volte! E vorrei festeggiare con te ancora tanti anniversari. Che la nostra storia d’amore sia di esempio per tante altre coppie nel relativismo imperante di oggi. Ti voglio un bene dell’anima». 

Il tuo estasiato ed eterno sposo, Franco


Franco, sposo «novello» da 50 anni della sua amata Fernanda, ci chiede di pubblicare la sua testimonianza, a favore di tutte le coppie lettrici della sua «amata rivista». Come non accontentarlo?

Carissimo Franco, la tua lettera è una meraviglia! Offre materiale per riscrivere i manuali di psicologia, nei quali solitamente si legge che la fase dell’innamoramento dura dai sei ai diciotto mesi. La tua ha superato i cinquant’anni! Nella lettera d’amore per la tua Fernanda ci sono una forza e una passione invidiabili. Quello che ci colpisce di più è come tu, Franco, descrivi la straripante bellezza di aver condiviso con tua moglie ogni momento della tua esistenza, da quelli duri e faticosi a quelli gioiosi. Il tuo sguardo sembra quello di un bambino che continua a essere estasiato ed entusiasta del gioco che il suo papà gli ha regalato. Il «gioco» che invece di stancarti ti appassiona sempre di più è Fernanda, e il padre che te l’ha donato è il Padre celeste.

La tua lettera ci spinge a chiederci se noi, generazioni successive alla tua, abbiamo ancora la capacità di guardare la vita e chi ci sta accanto con lo stesso tuo stupore colmo di gratitudine. Oppure se i nostri occhi siano incapaci di gioire ancora per quello che vedono. Se guardiamo nostra figlia di 4 anni, in lei vediamo l’entusiasmo e lo stupore che si accendono quando la portiamo in un posto nuovo, come un bel parco giochi. Quello stesso stupore facciamo già molta fatica a coglierlo nei due figli più grandi (di 12 e 14 anni), che sembrano aver già visto tutto attraverso YouTube o Instagram, ragazzi sempre più difficili da sorprendere.

Ci domandiamo se la loro generazione (ma anche quella dei loro genitori, quindi di chi scrive) abbia ancora la capacità di lasciarsi entusiasmare da una carezza, quando, se va bene, ai loro 18 anni hanno già sperimentato tutte le possibili manifestazioni fisiche di coppia. Come si fa ad avere un cuore stupito dalla meraviglia, come quello del nostro Franco, quando non riesci neppure a desiderare perché sei abituato al tutto e subito? I sedici mesi di amore puro e sincero vissuti da Franco e Fernanda sono stati la strada che li ha portati a desiderarsi, ad attendersi e poi a gustare quella gioiosa possibilità di vita condivisa.

Non vogliamo però cadere nella banalità del «una volta era meglio». Se il nostro tempo ha perso uno sguardo di gratitudine per quello che c’è, è vero che si è anche guadagnato una consapevolezza maggiore sull’arte di amarsi. Forse, caro Franco, sarà sempre un po’ più difficile incontrare nelle nostre città un marito così appassionatamente innamorato della propria sposa dopo così tanto tempo assieme, ma speriamo di trovare sempre più coppie che in umiltà si sentano, anche dopo cinquant’anni di vita assieme, apprendiste nell’arte di amare, sapendo ricominciare ogni giorno a tessere una trama d’amore sempre più consapevole e coinvolgente.Franco e Fernanda, vi auguriamo anche noi tanti altri anniversari da festeggiare assieme. Che il nostro caro sant’Antonio continui a custodirvi e intercedere per voi.

Edoardo e Chiara Vian

 

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Data di aggiornamento: 29 Giugno 2022
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