Santarcangelo: Fratelli è Possibile

Anniversario in vista per la cooperativa romagnola «Fratelli è Possibile» che dal 2006, con le sue attività di mediazione sociale, rigenera i legami e trasforma i conflitti in opportunità.
09 Settembre 2021 | di

Definirlo annus horribilis è un eufemismo. Tra guerre, attentati, incendi e non ultima la pandemia, il 2020 (ma anche il 2021 non scherza) ha messo alla prova tutti. Dall’operaio al ristoratore, dalla madre di famiglia al manager d’azienda. Le attività – grandi e piccole – hanno sofferto il peso di un’economia al collasso. Molte non ce l’hanno fatta. Altre però, stringendo i denti, sono riuscite a fare di necessità virtù. Come? Battendo nuove strade, ripensando il proprio ruolo, sempre e comunque al servizio del bene comune. È il caso della cooperativa sociale «Fratelli è Possibile», nata nel 2006 da un gruppo di francescani secolari di Cesena e sviluppatasi a Santarcangelo di Romagna, in Provincia di Rimini, dove tuttora ha sede. «È stata dura. La pandemia ci ha messo alla prova, costringendoci a studiare nuove modalità di lavoro. Dopo il lockdown e la cassa integrazione, siamo riusciti a preservare tutti i posti di lavoro. Anzi, a dire la verità proprio in questi giorni stiamo assumendo!» conferma Elisa Zavoli, vicepresidentessa 34enne di «Fratelli è possibile»

La notizia in controtendenza rispetto all’andamento generale dell’economia non nasconde alcuna ricetta segreta. Solo tanto impegno profuso nel campo della mediazione sociale e dell’edilizia. Campi in cui la cooperativa opera da quindici anni. «La mediazione è il filo conduttore di tutte le nostre attività, perché rigenera i legami e trasforma i conflitti in opportunità» premette Elisa Zavoli. «Si tratta, dunque, di un vero e proprio strumento di cui i nostri mediatori si avvalgono sia in ambito privato che pubblico. Lo “portano” nei condomini, nelle aziende e nelle scuole». Scuole come l’Istituto Comprensivo di Gatteo in Provincia di Forlì-Cesena, dove si svolge uno degli ultimi progetti realizzati da «Fratelli è Possibile». «Da un lato siamo intervenuti sui ragazzi attraverso laboratori finalizzati a gestire le emozioni e le dinamiche di gruppo – continua Zavoli –. Dall’altro ci siamo concentrati sulla formazione di insegnanti e genitori, nell’intento di gestire le dinamiche post pandemia e la didattica a distanza (Dad)».

Mediazione, dunque, fa rima con istruzione ma anche con famiglia e vicinato. Non a caso il secondo progetto del 2020, attivo da dicembre poi rinnovato fino al 2022, riguarda l’accompagnamento di minori in alcuni comuni della Valmarecchia, la valle tracciata dal fiume Marecchia che si estende a sud-ovest di Rimini. «A fronte di episodi di microcriminalità e abbandono scolastico, siamo intervenuti con incontri educativi settimanali a domicilio per figli e per genitori – spiega Zavoli –. Questo progetto annuale si propone di conoscere i ragazzi, ma anche di orientarli, orientando nel contempo i servizi a loro rivolti. In tal senso, il ruolo di “Fratelli è Possibile” consiste nell’accompagnare le persone, facendo sì che ciascuno, a modo suo e nel rispetto delle proprie peculiarità, si metta in gioco».

Il rispetto del pluralismo è fondamentale per la cooperativa romagnola. Come pure, sempre in stile francescano, il dialogo fraterno. Non a caso sull’home page del sito www.fratellipossibile.it campeggia in bella vista la frase: «Un giorno, camminando in montagna, ho visto da lontano una bestia. Avvicinandomi mi sono accorto che era un uomo. Giungendo di fronte a lui ho visto che era mio fratello!». A riconoscersi in questo proverbio tibetano sono tutti i diciotto membri della cooperativa, molti giovani under 40 con competenze variegate. «Negli anni la composizione del gruppo è cambiata – spiega Zavoli –: oltre ad alcuni soci rimasti della prima formazione, oggi contiamo architetti, muratori, psicologi, educatori… tirocinanti o professionisti, credenti o meno». Perché essere fratelli, come insegna l'Assisiate, significa trasformare le diversità in ricchezza.

Economia circolare

Senza mai abbandonare il sentiero della mediazione, scopriamo ora l’altra faccia della cooperativa romagnola. Una faccia che odora di cemento e di legno, cioè dei due materiali utilizzati dai tecnici e dagli operai di «Fratelli è Possibile» per costruire case sostenibili. Proprio l’attenzione all’ecologia è la leva che spinge a investire su innovazione e qualità. Un risultato su tutti: il pannello antisismico brevettato nel 2017, grazie a una ricerca con l’Università di Bologna. Ma anche questo non sarebbe bastato a risvegliare il mercato edile negli ultimi tempi, se non fosse comparso in scena il fantomatico superbonus del 110 per cento (detrazione fiscale prevista nel decreto rilancio 2020 sulle spese per interventi di isolamento termico, sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale e riduzione del rischio sismico in condomini o abitazioni singole entro il 30 giugno 2022). «Fin da subito ci siamo impegnati a studiare la normativa – ricorda Elisa Zavoli –. A fine 2020 eravamo già partiti con i primi cantieri». Un piccolo record che aiuta a guardare il bicchiere mezzo pieno, anche quando tutto sembra andare per il verso sbagliato.

Al di là della tragedia, infatti, «la pandemia ci ha portato tanto lavoro» riflette Elisa Zavoli. Sia in campo edilizio, sia in quello della mediazione sociale. «Posto che alla base della cooperativa c’è sempre la riconversione degli utili – continua la vicepresidentessa –. Il nostro concetto di economia non può che essere circolare, in termini di denaro, ma anche di risorse. Se da un lato l’attività edile finanzia aspetti della mediazione, dall’altro la mediazione si occupa delle risorse umane e delle relazioni interne a tutti i settori».

In questo ingranaggio a ciclo continuo le idee non devono mancare mai. Non a caso «Fratelli è Possibile» ha già un nuovo progetto «Io, l’altro e il mio talento», presentato a giugno in collaborazione con l’Università di Bologna e pensato per due scuole secondarie di Rimini. Tra laboratori in classe e gruppi pomeridiani, l’iniziativa indagherà il tema dei talenti intesi sia come attitudine a stare in relazione, sia come capacità di creare il proprio progetto di vita. In attesa di poterla concretizzare, nella sede di Santarcangelo di Romagna si preparano intanto i festeggiamenti per il quindicesimo anniversario di attività, che ha coinciso anche con un sorprendente restyling… «Abbiamo buttato giù muri per ampliare l’area accoglienza e ritinteggiato gli uffici in base al gusto dei dipendenti» conclude la vicepresi­dentessa Zavoli. E niente paura se ora la parete fucsia dell’amministrazione spicca accanto al giallo ocra dell’ufficio tecnico. Investire su colori e relazioni è sempre e comunque una buona idea. E in questo grigio tempo di Covid lo è ancora di più.

 

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Data di aggiornamento: 09 Settembre 2021
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