Si studia tanto per diventare frati?
In questi giorni mi ha scritto Daniele, 27 anni, da Genova: «Ma bisogna studiare tanto per diventare frate? Perché io ho sempre fatto molta fatica a scuola…». Come lui, molti di voi ci pongono domande simili: sembra che il tema dello studio per tanti giovani sia fonte di ansia e paura. Per alcuni diventa addirittura un blocco insormontabile, tanto da rinunciare a una intuizione vocazionale, a lasciarsi prendere dal Signore Gesù. Per questo vorrei spiegare in maniera semplice come entra lo studio nel percorso per diventare frate (qui puoi trovare tutte le tappe raccontate per bene), rispondendo a varie vostre domande. Resto poi a disposizione via mail o nei commenti per ulteriori chiarificazioni.
Bisogna essere laureati per diventare frati?
Rispondo subito in maniera molto chiara: no! La vocazione, infatti, non dipende da particolari capacità intellettuali, e quindi non possiamo certo chiedere a tutti di giungere ad alti livelli di preparazione accademica. Chi ha dei titoli di studio è certamente ben accetto tra noi, perché potrà mettere le sue competenze a disposizione della fraternità e della chiesa. Alcuni tra noi, prima di entrare nell’ordine, si sono laureati infatti nelle materie più varie… architettura, biologia, matematica, ingegneria, psicologia, lettere, giurisprudenza…
Ma anche chi ha delle buone esperienze lavorative, e magari porta con sé competenze professionali particolari, ha la possibilità di mettere tutto questo a servizio dei fratelli e della società. Metto qui solo qualche esempio, ma ne potrei fare molti altri: qualcuno ha lavorato come operatore socio-sanitario presso una residenza per anziani; qualche altro era geometra in una sede comunale; un altro magari ha insegnato per anni ai bambini delle elementari; oppure ha gestito l’organizzazione di un grande magazzino di logistica…
E se sto ancora studiando?
Spesso i giovani che arrivano da noi con una domanda vocazionale hanno già intrapreso un percorso di studi. Chi è più giovane facilmente sta frequentando le scuole superiori, altri invece sono all’università, altri ancora stanno vivendo l’esperienza del dottorato… Normalmente chiediamo sempre a chi è in cammino con noi di continuare il discernimento durante gli anni di studio (magari partecipando agli incontri del gruppo san Damiano) e di concludere positivamente l’esperienza prima di entrare in convento. Suggeriamo, quindi, di arrivare al diploma, o di giungere alla laurea, ecc… Questo perché è importante valorizzare le attitudini, le competenze e la ricchezza di un cammino buono già intrapreso, spesso anche con fatica e/o buoni risultati. Quindi, riassumendo: non è necessario un titolo di studio particolare, e ogni competenza può essere messa al servizio e portare i propri frutti!
Una volta entrati in convento, quanto si studia?
I primi anni sono dedicati in particolare alla formazione per diventare frati. Durante questi anni (che compongono le tappe del postulato e del noviziato) non c’è uno studio accademico o scolastico vero e proprio, ma una formazione interna, normalmente condotta da alcuni frati designati per questo. Non si tratta, quindi, di una vera «scuola, con verifiche o esami! In un contesto fraterno si affrontano varie tematiche fondamentali della vita cristiana, consacrata e francescana. Si ha possibilità di confrontarsi con i frati e di sperimentare dal vivo quanto viene affrontato durante gli incontri. Talvolta, in questi primi anni, viene anche proposto di seguire qualche piccolo corso che può poi risultare utile per il cammino futuro: ad esempio, un corso di latino o di greco per chi non li avesse già fatti al liceo, oppure lo studio della lingua italiana per chi viene da un Paese straniero.
Ma quindi non si studia teologia?
Una volta concluso positivamente il noviziato con la professione temporanea dei voti, si inizia una ulteriore tappa formativa: il post-noviziato (qui puoi approfondire questa tappa). È proprio questo il tempo in cui si affronta lo studio della teologia. Noi frati riteniamo che una buona formazione teologica sia davvero importante e indispensabile: anzitutto perché è una proficua esperienza di crescita umana, spirituale e culturale, e poi in quanto strumento utile per relazionarsi in maniera positiva nei vari contesti dove i frati oggi operano. Per questo chiediamo a tutti di usare gli anni del post-noviziato per prepararsi in questo senso.
Alla maggior parte dei giovani frati appena professi viene quindi chiesto di iscriversi a una facoltà teologica e affrontare il baccalaureato in teologia. Si tratta di un percorso universitario di cinque anni, normalmente così organizzato:
- un biennio introduttivo, in cui si affrontano corsi molti diversi tra loro, tutti propedeutici (cioè «che preparano») alla teologia. Ci sono anzitutto i corsi di storia della filosofia e su tematiche filosofiche specifiche (l’uomo, Dio, l'«essere», l’etica, la natura). Ci sono poi i corsi che introducono alla Sacra Scrittura (greco, ebraico, storia biblica). Alcuni corsi introducono direttamente alla teologia (per esempio, teologia fondamentale). Altri, infine, aiutano a comprendere il mondo di oggi, come la psicologia e la sociologia.
- Un triennio teologico, in cui ci si concentra sulle materie teologiche in senso stretto. Ci sono quindi anzitutto vari corsi di Sacra Scrittura, poi quelli di teologia sistematica, morale, spirituale e pastorale. Completano la formazione i corsi di diritto canonico e di storia della chiesa. Infine alcuni corsi “opzionali”, che ogni frate può scegliere in base alle proprie sensibilità personali. Se vuoi sapere di più su «come» studiano i frati, a questo link trovi l’articolo per te!
E se qualcuno non è in grado di sostenere questi studi?
Come detto sopra, chiediamo a tutti di studiare, perché è importante essere ben preparati. Tuttavia magari per qualcuno davvero non è possibile pensare ad un percorso universitario. Per esempio, qualcuno non ha mai conseguito il diploma di maturità, oppure non è davvero portato per lo studio, esercizio che lo mette in estrema difficoltà. Altri ancora sono entrati in convento già ad un’età adulta, nella quale è più difficile riprendere a studiare come i giovani. Tutti coloro che non possono, per questi o altri motivi, intraprendere gli studi teologici universitari sono comunque invitati a costruirsi una preparazione adeguata alle loro capacità.
Per esempio a Padova, al nostro post-Noviziato, offriamo anche dei corsi di formazione teologica alla portata di tutti (qui il sito della nostra scuola), a cui partecipano molti laici impegnati nelle parrocchie con vari servizi. Si tratta degli stessi contenuti del corso di laurea, declinati in maniera più accessibile a tutti. Le lezioni sono solamente il sabato, e prevedono dei semplici esami, che danno accesso ad un diploma in teologia riconosciuto a livello ecclesiastico. Attualmente a Padova abbiamo infatti 12 frati che studiano teologia alla Facoltà Teologica del Triveneto (questo il sito della facoltà) e 2 frati che seguono invece la Scuola di formazione teologia del sabato.
Chi paga gli studi?
Anche questa è una domanda che spesso ci viene rivolta. Gli studi, come ogni altra necessità dei giovani in formazione con noi, vengono sostenuti interamente dalla fraternità stessa, grazie alle risorse che arrivano dal lavoro dei frati, dalla provvidenza e dalla generosità di molti amici e benefattori. I giovani frati, a loro volta, sono chiamati a fare la propria parte dando il meglio di sé negli studi, per non sprecare l’investimento che la fraternità sta facendo su di loro. Potranno poi, in futuro, mettere a frutto le competenze acquisite con il proprio lavoro a beneficio di tutta la fraternità, della chiesa e del mondo.
Per diventare anche prete come funziona?
I frati che hanno concluso positivamente il percorso di studio della teologia presso una facoltà teologica sono invitati a fare un discernimento specifico sull’eventuale chiamata al presbiterato. Può accedervi chi ha concluso con il titolo di baccalaureato in teologia, oppure anche (a norma del diritto canonico) chi ha superato tutti gli esami previsti, anche senza aver conseguito il titolo (è il caso, ad esempio, di chi non avesse conseguito prima un diploma di maturità valido). Dopo una verifica di tale discernimento con i propri formatori e il proprio padre spirituale, il frate può chiedere di accedere agli ordini. Con l’approvazione dei superiori, sarà dapprima ordinato Diacono e (dopo almeno 6 mesi), presbitero. I frati che invece non hanno seguito (o non hanno concluso) i corsi di teologia in facoltà non possono essere ordinati presbiteri, a norma del diritto canonico (regola che vale per tutta la chiesa).
Quindi in sintesi: non è obbligatorio che tutti studino teologia all’università o che tutti diventino preti; tuttavia chiediamo a tutti di dare il meglio di sé con lo studio, che riteniamo elemento indispensabile per la crescita umana e spirituale della persona, nonché per relazionarsi positivamente in questo mondo; in ogni caso a nessuno viene chiesto di fare più di quanto sia nelle sue possibilità. Spero di aver chiarito le vostre domande. Se in qualche punto non sono stato esaustivo o qualche curiosità è rimasta inevasa, scrivetemi pure una mail oppure utilizzate i contatti qui sotto.
Non abbiate quindi paura dello studio: il Signore conosce bene colui che chiama a seguirlo e saprà anche darvi gli strumenti per portare avanti il cammino necessario.
Il Signore è grande!
fra Nico – franico@vocazionefrancescana.org