29 Aprile 2023

È vero che i frati sono sempre felici?

Un altro luogo comune sulla vita francescana. Capita anche in convento di essere tristi, arrabbiati o annoiati. Però è una vita piena di relazioni. E non è forse nell’«essere in relazione» che il cuore dell’uomo si può riempire di gioia?
È vero che i frati sono sempre felici?

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Noi frati, per molte persone, risultiamo spesso quasi degli esseri angelicati, una razza strana di extraterrestri, ormai privi di qualsiasi problema o tristezza o preoccupazione e i nostri conventi sono assolutamente luoghi di pace, amore e felicità! Ma siamo davvero così? Spesso, infatti, incontro persone che danno per presupposto che noi frati francescani siamo sempre contenti, sempre con il sorriso stampato in faccia, come nelle migliori caricature del nostro povero san Francesco, immaginato a danzare tra i fiorellini…

Un giorno passavo in fretta attraverso la Basilica del Santo e ho incrociato una signora che mi ha fermato per chiedermi un’informazione. Le rispondo. E lei mi dice: «Ah, che luce che hai negli occhi, si vede proprio che hai incontrato il Signore tu, che sei felice!». Bello, dite? Mah, in realtà quella era una giornata in cui stava andando tutto storto, ero stanco e stressato, e in quel momento stavo solo cercando di liberarmi il prima possibile da quell’impiccio. Probabilmente qualcuno pensa che la vita dei frati sia un paradiso. Certo, può essere piena di tante cose belle, ma anche di tante rogne, doveri, fatiche, proprio come ogni altra vita. Uno può starci con il sorriso, e può starci da arrabbiato. E quindi? Forse dipende più da come uno ci sta?

Per trovare io stesso una risposta, una luce, vado lì dove so che c’è: nella Scrittura! In san Paolo trovo scritto (tra le altre cose) così: «Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti! La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù» [Fil 4,4-7].

Ah ecco, adesso le cose sono un po’ più chiare: certo che nella vita ci sono motivi per essere tristi, anche nella vita dei frati. Ma qui si tratta di sapere con certezza (= di fare esperienza) che «il Signore è vicino!», che se tu «in ogni circostanza» fai presente a Dio le tue richieste, la sua pace «custodirà il tuo cuore e la tua mente in Cristo Gesù». Il tuo cuore (sentimenti) e la tua mente (ragionamenti). Come ci riesce? Perché la sua pace, dice Paolo, «supera ogni intelligenza»! Adesso capisco di più allora perché Francesco scrive nella Regola: «Si guardino i frati dal mostrarsi tristi all’esterno e oscuri in faccia come gli ipocriti, ma si mostrino lieti nel Signore e giocondi e garbatamente amabili» [RnB cap. 7; FF 27]. «In ogni circostanza?». Sì, in ogni circostanza! «Anche se le cose vanno male?». Sì!!! (vedi, per esempio, questo testo di Francesco sulla «Perfetta letizia»).

«Ma così non si è un po’ falsi, un po’ ipocriti a nostra volta?». Beh, se la gioia è finta, è recitata (con quel sorriso fisso, tipo paralisi facciale), certo che siamo ipocriti, e si capisce subito! Ma se questa sgorga dal cuore, come una fontana senza interruzione, continua a saltare fuori sempre, anche quando le cose vanno male… Non si tratta di non perdere mai il controllo della situazione (Gesù stesso qualche volta si lascia prendere dalla tristezza, dallo sconforto!), ma di cercare sempre di tornare alla fonte della nostra gioia, che non può che essere il Signore! Quindi, il mio essere felice o triste non dipende tanto da quello che mi succede. Dipende di più da me, da come ci sto dentro, cioè se la mia vita è abitata dal Signore!

Per questo Paolo e Francesco si possono permettere di chiederci di essere sempre lieti e amabili, perché questo al Signore è possibile! A noi no, ma a lui sì! Infatti, Tommaso da Celano (primo biografo di san Francesco) così scrive di lui: «Francesco cercava di rimanere sempre nel giubilo del cuore […]. Evitava con la massima cura la malinconia, il peggiore di tutti i mali. Diceva: “quando uno è turbato, come capita, da qualcosa, deve alzarsi subito per pregare, e perseverare davanti al Padre Sommo fino a che gli restituisca la gioia della sua salvezza!”» [2Cel 125; FF 709].

La vita di noi frati non è tutta rose e fiori. Spesso il nostro quotidiano è del tutto normale, monotono e ripetitivo. Ci sono anche occasioni in cui c’è da essere tristi, o da arrabbiarsi, o da annoiarsi. Però è una vita piena di relazioni, piena di incontri. Prima di tutto c’è il Signore Gesù, poi ci sono i fratelli, e poi tanti uomini e donne con cui condividere tratti di cammino, ogni giorno. E non è forse nell’«essere in relazione» che il cuore dell’uomo si può riempire di gioia?

Che ne pensi di questo luogo comune su noi frati? Scrivimi pure a franico@vocazionefrancescana.org

A presto, una preghiera!

fra Nico 

PS. Qui, qui e qui trovi gli altri luoghi comuni sui frati francescani.

 

Data di aggiornamento: 29 Aprile 2023

2 comments

4 Maggio 2023
Grazie fra Nico per avermi dato l'opportunità di conoscere meglio i frati francescani Faccio parte della fraternità di Biancavilla "convento San Francesco" in provincia di Catania Vi sosterrò con le mie preghiere Pace e bene
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di Teresa

4 Maggio 2023
Siete grandiii !!!!
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di A

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