Tra nuvole di alpaca e trolley (parte IV)

Quarto capitolo del racconto di Greta Semplici, giovane antropologa fiorentina che lo scorso dicembre, proprio quando nel sud del Perù era scoppiata la rivolta, si trovava sulle Ande di Cusco.
10 Febbraio 2023 | di

Come immaginavamo, non è stato facile scendere dal cielo. Nessun veicolo percorre le strade di terra della montagna. Così cominciamo a camminare. Qualche passaggio riusciamo ad incontrarlo, ma per la maggior parte la lotta andina occupa la strada, è una lotta in cammino. Il suono che più ricordo nel tragitto per raggiungere Cusco è quello dei trolley trascinati per chilometri e chilometri sulle strade dalle centinaia di persone che, in assenza di trasporto, hanno cominciato a camminare. Nei 152 chilometri che separano Marangani da Cusco, l’umanità della strada è varia e distinta.

L’altra faccia della violenza raccontata alla radio è quella dei sette vecchietti che, con qualche pietra disposta in mezzo alla strada, bloccano la via. Seduti in silenzio, senza denti, sembrano appoggiati lì. Poi c’è la signora che, scuotendo la testa, mi chiede quanto mi ha fatto pagare il ragazzo con la moto che mi ha portato per 500 metri, tra picchetto e picchetto, in un momento in cui gambe, spalle, ginocchia si stavano trasformando in un unico agglomerato amorfo disossato. 50 soles, 12 euro. Una enormità. Il primo passaggio che avevo chiesto - e ho perso nella frazione di secondo in cui ho dubitato, in cui mi sono chiesta se era giusto che io potessi permettermi di prendere una moto, mentre tutta la gente intorno a me camminava, e un ragazzo al mio fianco, vedendo l’opportunità, è saltato in sella senza pensarci due volte – mi costava 15 soles, 3 euro e mezzo.

Accanto alla lotta si sviluppano servizi necessari nuovi, un nuovo mercato per chi ha la sfrontatezza di approfittarsi delle crisi. Un’altra signora – mi sembrano quasi tutte donne su questa strada lunga, infinita, che sto percorrendo in silenzio – si allontana dal picchetto e mi dà una carezza sulla spalla. Il mio zaino è pesante, lo sa, si vede. Pobrecita… e torna al picchetto. Poi c’è il ragazzo di Arequipa che ne approfitta per fare turismo. Il complesso archeologico di Racqui è deserto accanto alla strada, non ci sono nemmeno i bigliettai e si può entrare gratis per vedere antiche costruzioni Inka. La plaza mayor di Tinta è bellissima, uno dei primi luoghi di rivolta contro gli spagnoli.

Puoi leggere la prima parte del racconto qui, la seconda qui e la terza qui!

Data di aggiornamento: 10 Febbraio 2023
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