Una vita da adulti

«La vita da grandi» è un film che narra le vicende di due fratelli, Damiano e Margherita Tercon. Damiano è autistico, ma questo è secondario...
19 Giugno 2025 | di

Qualche settimana fa sono andato al cinema a vedere il film La vita da grandi, regia di Greta Scarano, che racconta la storia dei «Terconauti», ovvero di Damiano Tercon, una persona con autismo, e di sua sorella Margherita, e del loro compagno di avventure Philipp Carbon. Di questo trio artistico – che attraverso vari linguaggi e canali comunicativi fa un importante lavoro di sensibilizzazione e divulgazione sui temi della disabilità – ho già parlato in alcuni articoli. Ma ci voglio tornare su. Il film ha, infatti, un cast notevole, con attori protagonisti del calibro di Matilda De Angelis e Yuri Tuci e inoltre si ispira al libro del magico trio, dal titolo L’imprevisto di diventare adulti. La vita da grandi tra sogni e autismo

Voglio parlare di questo film perché affronta varie questioni. Innanzitutto Yuri Tuci, che interpreta il ruolo di Damiano, è una persona con autismo. Finalmente non si tratta di un attore o un’attrice senza disabilità che si cala nei panni di una persona con disabilità e questo è fondamentale perché, come dice Damiano Tercon in una intervista rilasciata all’anteprima della proiezione del film, è la persona stessa che porta le sue peculiarità. Altro punto d’interesse è la possibilità di andare «al di là dell’autismo», che non è il tema centrale del film, contrariamente a quanto si possa pensare: qui, infatti, viene rappresentata la crescita di entrambi i fratelli, i quali si supportano e si arricchiscono reciprocamente nel percorso verso l’adultità. Il film ha avuto una grande risonanza nel pubblico, poiché non si limita a raccontare la storia di Damiano e di sua sorella Margherita, ma ci parla anche dell’esperienza di tante altre persone e famiglie che si possono immedesimare nel loro vissuto, attraverso uno sguardo realistico sulla quotidianità.

Insomma, La vita da grandi è un invito a liberarsi dal pregiudizio altrui e a vivere la propria vita in modo più consono alle proprie esigenze. Il ruolo dei genitori – due adulti davvero iperprotettivi – sembra essere marginale, anche grazie al personaggio della sorella che spezza la dinamica genitori-figlio. Come quando la madre e il padre si assentano per delle visite mediche lasciando in casa da solo Damiano, e Margherita va a vivere con lui per qualche giorno. Questa sorella rompe gli schemi della quotidianità e, a differenza dei genitori, non fa niente al posto del fratello. Damiano è così messo nelle condizioni di prendere in mano la sua vita e di esserne protagonista. Ancora: i genitori iperprotettivi non volevano che Damiano andasse a cantare al talent show, perché temevano che sarebbe uscito frustrato da questa esperienza. Margherita, invece, valorizza l’abilità del fratello, sostenendolo nell’impresa. E questo è un punto di vista nuovo, un’altra prospettiva che rivoluziona un percorso di vita. 

A mio avviso il film andrebbe proiettato soprattutto nelle scuole, perché tratta di argomenti importanti senza cadere nella retorica, creando stimoli per aprire una discussione. Bennato aveva ragione quando cantava: «Il vuoto e poi / ti svegli e c’è / un mondo intero / intorno a te» (Quando sarai grande, Edoardo Bennato, Burattino senza fili, 1977). E voi, l’avete visto il film? E che cosa ne pensate? Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram

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Data di aggiornamento: 19 Giugno 2025

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