Scuola: esperienza fondamentale per i ragazzi
«Siamo genitori di studenti di alcune scuole medie e istituti superiori. Desideriamo condividere alcune riflessioni circa le disposizioni che sono state emanate in questi ultimi giorni per fronteggiare l’emergenza sanitaria da covid-19 nello specifico riferite all’adozione della didattica a distanza. Ci rendiamo conto che siamo in una situazione molto difficile; la paura che il sistema sanitario possa arrivare di nuovo a livelli molto critici è reale. Ci chiediamo però che messaggio stiamo passando ai nostri figli nell’affrontare questa crisi, in particolare che importanza viene data alla loro esperienza formativa, dimensione fondamentale del periodo evolutivo della preadolescenza e adolescenza.
In queste ultime settimane sono state emanate con ritmo incalzante normative via via sempre più stringenti. Ci sembra però che da queste scelte politiche derivino messaggi contrastanti per i nostri ragazzi. Sono stati giustamente rimproverati fino a ieri per i comportamenti irresponsabili legati alla movida; ora con l’ultimo DPCM del 3 novembre nelle zone gialle non è più permesso loro frequentare le scuole superiori, mentre possono continuare ad uscire la sera (certo, fino al coprifuoco), frequentare bar, ristoranti, centri commerciali… sempre nel rispetto (si spera) di tutte le misure anticontagio.
Nelle zone arancioni ci sono alcune restrizioni in più negli spostamenti, fino ad arrivare nelle zone rosse dove è consentito spostarsi al di fuori del proprio comune solo per motivi di lavoro, necessità e salute. E insieme ai ragazzi delle scuole superiori si sono fermati anche quelli delle classi di seconda e terza media.
Ci chiediamo perché tra i motivi di necessità (nei quali sono inclusi anche gli spostamenti per recarsi dal parrucchiere) non sia prevista la frequenza delle scuole da parte di tutti gli studenti. Se la scuola non è un’esperienza necessaria per i nostri figli, ragazzi e giovani, allora cosa è necessario per la loro crescita, per la loro formazione? Oppure ciò che impedisce lo spostamento per la necessità di andare a scuola è invece un problema di gestione del trasposto pubblico locale per il quale sembra non ci sia soluzione?
Sempre sul fronte sicurezza, fin dall’inizio del nuovo anno scolastico abbiamo visto e apprezzato gli enormi sforzi messi in campo dai presidi delle scuole di ogni ordine e grado e soprattutto degli istituti superiori per riorganizzare gli ambienti scolastici nel rispetto di tutte le norme anticontagio e permettere ai ragazzi di frequentare in sicurezza. E siamo convinti che le scuole siano veramente dei luoghi sicuri. Ci rendiamo conto che la situazione è molto complicata, ma proprio per uscire da situazioni complicate è necessario individuare degli elementi chiave attorno ai quali costruire la strategia di azione.
In un contesto in cui è imposto di guardare solo a ciò che è veramente essenziale, è stato scelto di togliere ai ragazzi un’esperienza fondamentale, quella della loro formazione. Ci chiediamo se stiamo davvero dimostrando con le scelte politiche fatte che ci sono degli adulti che si stanno preoccupando di mettere in campo ogni azione possibile per la loro formazione umana, culturale, professionale, anche in una situazione di crisi, perché loro sono il nostro futuro.
È vero che non sono privati della formazione grazie alla didattica a distanza, ma la formazione passa anche attraverso le relazioni umane che si sviluppano tra i compagni e con i professori. Ci sentiamo inoltre di evidenziare il limite della didattica a distanza, soprattutto nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, di non favorire l’inclusione di tutti i ragazzi e quindi un percorso formativo accessibile a tutti, nonostante gli sforzi degli istituti e delle amministrazioni locali per mettere a disposizione delle famiglie gli strumenti tecnologici necessari.
Ci rendiamo disponibili per un confronto che possa portare a sperimentare nuove strade e nuove soluzioni; chiudere le scuole è probabilmente la via più veloce ma non sappiamo se anche la migliore, soprattutto per i ragazzi in questo momento e per il loro futuro».
Un gruppo di genitori – Brescia
Sappiamo che il governo sta facendo tutto il possibile per tutelare la salute dei cittadini e cercare di non mettere ulteriormente in ginocchio l’economia del Paese, e che ogni scelta che in questo periodo sta compiendo è veramente molto difficile, delicata e complessa. Sappiamo anche che sono moltissime le persone che in questo momento si trovano in difficoltà e siamo convinti che esse vadano sostenute con tutti i mezzi a disposizione. Detto questo, però, abbiamo voluto non solo dare voce all’appello di questo corposo gruppo di genitori (una quarantina) ma anche supportarli nella loro domanda di dialogo comune attorno al bene dei ragazzi.
Anche noi, infatti, condividiamo la loro stessa preoccupazione per i giovani e per la loro formazione umana, prima ancora che culturale, per il loro futuro che è poi il futuro nostro e di tutto il Paese. I ragazzi e le ragazze sono la nostra speranza: cerchiamo di trasmettere loro valori chiari, oltre che con le parole, con scelte coerenti.