18 Febbraio 2021

La magia di Pompei sfida la malattia

L’ingresso gratuito agli scavi per i malati oncologici dell’Istituto Pascale di Napoli ha riacceso la voglia di ricominciare, lasciandosi alle spalle l’ansia e la paura del virus.

La magia di Pompei sfida la malattia

Un anno fa, prime settimane della pandemia, una grande e antica storia riuscì, per qualche giorno, a interrompere la maledetta e drammatica monotonia delle prime notizie del Covid. A Pompei era riemerso il bancone di un magnifico thermopolium, un’osteria, una taberna, di strada, un fast-food dell’antichità. L’affresco di una Nereide, con una cetra in mano, doveva attirare i clienti. I colori del banco sono ancora sgargianti, vividi, bellissimi. È come se Pompei, dopo una lontana e immane catastrofe stia ricominciando a vivere la sua vita quotidiana. Metafora reale e potente di una rinascita dopo le devastazioni del virus. «Quando ho saputo della scoperta ho provato un grande orgoglio per Pompei e per Napoli», Daniela Barberio non è archeologa, è una psico-oncologa all’Istituto Tumori Pascale e questa riapparizione, dopo duemila anni, le ha confermato che questi, qui al Sud, sono luoghi magici. «E che la bellezza ci salverà e aiuterà pazienti sofferenti».

«Ammirare un’opera d’arte – dice ancora Daniela Barberio – riduce il livello d’ansia e aumenta la serotonina. Il neurotrasmettitore che si “occupa” del buonumore. Fra le pietre di Pompei è possibile ricostruire un percorso di grande bellezza e benessere: può essere un buon inizio». Un’altra possibilità per chi è affetto da una grave malattia. Daniela Barberio immagina la carica vitale, l’impatto emotivo di una visita guidata per un gruppo di persone colpite da una grave malattia. Non è stato difficile convincere Attilio Banchi, direttore generale del Pascale: Bianchi è anche un musicista, ha la sensibilità giusta per capire.

Il virus ha rallentato i tempi, ma non ha fermato il progetto, né la costruzione di una «laboratorio dell’anima», come sogna la psicologa. Accordo convinto fra Regione, Istituto Tumori e il Parco archeologico di Pompei: i pazienti oncologici avranno accesso gratuito agli scavi. I loro accompagnatori avranno diritto a biglietti scontati. «Da quando si è sparsa la notizia, qui, in Istituto, c’è una gran voglia di cominciare, di lasciarsi alle spalle, anche per questo, il nero del virus – racconta ancora Daniela Barberio –. È una strada da percorrere e i romani che hanno costruito Pompei possono indicarci una direzione: loro coltivavano il bello, l’arte, la musica, la filosofia, dovremmo farlo anche noi con maggior desiderio. La medicina non può pensare solo alla malattia».

Una volta tanto la parola «contagio» ha un valore positivo: l’arte è contagiosa. Ora possiamo uscire dal fast-food, c’è il sole, uomini e donne (in fondo, per un giorno, non sono più pazienti del Pascale, si godono una bella giornata) passeggiano per il Regio e, scoperto quanto era possibile trovare sul bancone, avrebbero voglia di assaggiare quanto era stato preparato. Da leccarsi i baffi: anatra, capra, maiale e pesce. Ha ragione la psicologa: questo posto è magico, visitarlo e ascoltare i racconti «fa bene».

 

Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»!

Data di aggiornamento: 23 Febbraio 2021
Lascia un commento che verrà pubblicato