Placido Cortese, 78 anni dopo
8 ottobre 1944. Padre Placido Cortese viene arrestato dalla Gestapo fuori dal sagrato della Basilica del Santo. La sua colpa: aver organizzato il soccorso e la fuga di centinaia di persone perseguitate dal nazifascismo. Il frate minore conventuale viene dunque trasferito a Trieste, nel quartier generale della polizia segreta nazista dove, sottoposto a interrogatori e torture, si spegne alcuni giorni dopo.
A 78 anni da quella tragica morte, domenica 20 novembre alle 11 la Basilica del Santo ricorda il suo frate, già direttore del «Messaggero di sant’Antonio», con una santa messa presieduta da mons. Antonio Oriente, Delegato vescovile per la Vita consacrata della Diocesi di Padova. A completare la celebrazione: un momento di preghiera al memoriale-confessionale di padre Cortese e la lettura del Decreto sull’eroicità delle virtù, emanato dal Dicastero delle Cause dei Santi il 30 agosto 2021 su autorizzazione di papa Francesco, in forza del quale al Servo di Dio è stato attribuito il titolo di Venerabile. Proprio questo documento riconosce a Placido Cortese di aver esercitato «in grado eroico» tutte le virtù cristiane (teologali, cardinali e quelle riguardanti il suo stato di persona consacrata con i voti religiosi) e ricorda i principali passaggi della Causa di beatificazione e canonizzazione, iniziata vent’anni fa con l’inchiesta diocesana a Trieste.
«La Causa non è chiusa del tutto – precisa padre Giorgio Laggioni, Vicepostulatore –, perché si potrebbe procedere alla beatificazione dopo il riconoscimento di un “miracolo” ottenuto per l’intercessione del Venerabile. A meno che, come si è detto già altre volte, non venga riconosciuto il “martirio” secondo le norme vigenti, fatto che consentirebbe la beatificazione di padre Cortese senza altri passaggi».
Per questo la Vicepostulazione continua a lavorare sia per tenere viva la fama di santità e la devozione verso il Venerabile Cortese, sia per avviare ulteriori ricerche in archivi italiani ed esteri che potrebbero far scoprire e approfondire alcuni aspetti dell’impegno di Cortese durante l’occupazione nazifascista, e anche portare al riconoscimento del «martirio».