Quante vocazioni esistono?
Vorrei partire dal famoso titolo di un’opera di Pirandello: Uno, nessuno, centomila. Sì, la vocazione, intesa nell’accezione cristiana, è proprio così. La vocazione è in realtà una sola. Ma anche nessuna. Ma pure centomila diverse. In che senso? In realtà la vocazione di ogni uomo e donna, di ogni latitudine e di tutti i tempi è una sola, e precisamente quella che viene chiamata «vocazione battesimale». Forse è una parola difficile, un po’ strana, ma provo a spiegarmi meglio. Il termine «vocazione» significa «chiamata». Se si tratta di una chiamata, allora significa che ci sono almeno tre elementi: qualcuno che chiama, qualcuno che è chiamato (e quindi risponde), e un contenuto (qualcosa che il chiamato deve fare). Nel caso della vocazione cristiana si tratta di Dio (primo elemento) che chiama ogni uomo e donna (secondo elemento) alla vita (terzo elemento). In che senso alla vita? A quale vita? Alla vita vera, ad assumere l’identità più vera e più profonda che ciascuno di noi porta già dentro di sé, che è quella di essere «ad immagine e somiglianza di Dio», di assomigliare a Dio, di assumere piano piano la forma di Dio, proprio come i figli assomigliano al loro padre. Anzi, più precisamente la forma del Figlio, di Gesù. Lui che è il prototipo definitivo dell’uomo vero e del Dio vero.
A questo siamo chiamati tutti quanti: a vivere davvero la nostra identità più profonda, quella di «figli nel Figlio», di vivere come figli amati, figli di un Padre che ama, ama alla follia. E si dice «nel» Figlio proprio perché siamo battezzati, cioè siamo stati immersi (battezzare in greco significa proprio immergere) dentro la vita di Cristo (se non è chiaro, scrivetecelo, così proviamo a fare un articolo specifico su questo aspetto). Questa è l’unica vera vocazione a cui il Padre chiama tutti quanti, nessuno escluso: a vivere davvero il proprio Battesimo, ad assumere sempre più la forma di figli. Ed è solo quando viviamo da figli che viviamo davvero. Che siamo davvero uomini e donne, che siamo davvero umanità in pienezza. E allora la nostra vita è vera, piena di gioia e di bellezza. Ecco quanto detto fino a qui basterebbe per chiudere questo articolo. Ma proviamo a fare ancora altri due passi.
Nessuna vocazione
Anzitutto proviamo a scoprire che in realtà non esiste nessuna vocazione. In che senso? Diciamo meglio: non esiste nessuna vocazione, se per vocazione intendiamo qualcosa di sbagliato. E questa cosa purtroppo è molto, molto diffusa… Provo a fare tre degli esempi. Se penso per esempio che la vocazione sia un destino già scritto, già preconfezionato, a cui sono predestinato già da prima della mia nascita e su cui io non ho alcuna possibilità di scelta… in questo caso non esiste alcuna vocazione in realtà! E aggiungerei: per fortuna! Non può esistere una vocazione che mi obblighi a vivere una certa vita, senza che io possa vivere la mia libertà e la mia responsabilità (cioè capacità di rispondere a una chiamata). La vocazione non è «il mio destino». Il destino non esiste!
Oppure, se penso che la vocazione sia un progetto misterioso scritto su un foglio nascosto da qualche parte nel cuore di Dio, e io devo riuscire a scoprire cosa c’è scritto dentro, perché solo se lo scopro e riesco a fare esattamente tutto quello che c’è scritto sopra, allora sarò felice. E oltretutto, Dio fa pure il difficile, me lo tiene nascosto, e io devo fare di tutto per riuscire a scoprire questo mistero, a risolvere questo enigma… Anche in questo caso non esiste alcuna vocazione! E anche qui direi: per fortuna! Che Padre sarebbe quello che ha la soluzione eppure non me la dice? Che Padre sarebbe quello che si diverte a giocare a nascondino con la mia vita? La vocazione non è un enigma da risolvere!
O anche, terzo esempio, se penso che la vocazione sia essere all’altezza della più grande santità che io possa immaginare, che sia riuscire a scalare chissà quale montagna dell’ascesi e della perfezione, che sia essere integerrimi, immacolati, precisi in tutto, senza sbavatura alcuna… Anche in questo caso, per fortuna, non esiste alcuna vocazione! Se la vocazione fosse questo, sarebbe una cosa da élite, sarebbe una cosa «per pochi», sarebbe uno sforzo di volontà mio, sarebbe un merito, sarebbe una conquista… La vocazione non è nulla di tutto questo!
Si potrebbe andare avanti ancora molto con gli esempi (a questo link trovate un articolo sul tema). Ma il succo l’abbiamo capito: non esiste nessuna vocazione al di fuori di quella che mette insieme la mia libertà con la libertà di Dio, il mio desiderio con quello di Dio, i miei talenti e le mie debolezze con l’opera gratuita di Dio, la mia responsabilità con quella di Dio, ecc… La vocazione è un’opera artigianale, un’opera a quattro mani tra me e Dio (più altri aiutanti), un’opera che cresce e matura nel tempo, e nessuno può sapere fin dall’inizio che cosa ne verrà fuori nei suoi minimi dettagli! Nessuno può saperlo, né tu, né il padre spirituale, neppure Dio!
Le vocazioni sono centomila
E proprio perché ogni vocazione è un’opera artigianale, costruita ed elaborata nel tempo, a quattro mani, tra Dio e ogni persona, allora in realtà le vocazioni sono centomila… anzi, sono miliardi… sono «infinite»… sono tante quante sono stati, sono e saranno gli esseri umani su questa terra. Perché ogni opera artigianale è un pezzo unico e irripetibile. E ogni volta due mani su quattro cambiano: Dio resta sempre Dio, ma ogni persona è diversa! Infatti, anche se la vocazione battesimale è la stessa per tutti e quindi tutti siamo chiamati a vivere la nostra identità profonda di Figli, ciascuno lo farà a modo proprio, secondo modalità diverse, particolari e originali. Perché non è mai esistito sulla Terra un essere umano come te che stai leggendo: nei millenni che ci precedono, dei miliardi di persone che hanno messo piede su questo pianeta, di tutti quelli che ancora verranno fino alla fine dei tempi, nessuno è stato come te prima di te, e nessuno lo potrà più essere dopo di te! C’è, infatti, una vocazione che solo tu puoi vivere, perché è proprio la tua, diversa da ogni altra!
Ma allora è possibile enumerare le vocazioni? Si può dire qualcosa di questa miriade di miriadi di «opere artigianali» che siamo ciascuno di noi? In realtà sì! È possibile infatti orientarsi un po’ in mezzo a questa miriade di possibilità, provando a conoscere e capire alcune «categorie» con cui la Chiesa ha interpretato e aiutato le singole vocazioni ad esprimersi lungo i secoli. Ma di questo parliamo in un altro articolo, dove presenteremo proprio il catalogo delle vocazioni (lo trovate a questo link).
Conclusione
Proviamo quindi a tirare le somme di questo lungo articolo. La vocazione è per tutti una sola, quella battesimale: assumere sempre di più la nostra identità di figli nel Figlio. Esistono tante idee sbagliate di vocazione: bisogna stare attenti ad intenderla nel modo giusto. Ognuno ha una propria vocazione, diversa da ogni altra, un proprio modo unico e originale di vivere l’unica vocazione battesimale. Esistono, però, alcune categorie che ci aiutano a comprendere e dare un nome a ciò che viviamo, e quindi a fare in modo che si possa esprimere al meglio. Davvero le vocazioni nella chiesa sono molte, molte di più che scegliere tra sposarsi oppure essere prete/frate/suora!
Se avete domande o richieste di ulteriori approfondimenti, scrivetemi a franico@vocazionefrancescana.org
Buon cammino di discernimento vocazionale a tutti!
fra Nico
PS: se vuoi approfondisci ancora l’argomento andando a questo link.
Puoi leggere questo e molti altri articoli sui frati nel blog Vocazione Francescana!
Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»!