La scienza delle pulizie
Che differenza c’è tra lavare, igienizzare, pulire, detergere, sterilizzare, sanificare e sanitizzare? Di che cosa è fatto lo sporco? Quali sostanze dobbiamo evitare quando acquistiamo un prodotto detergente? Risponde a queste e a molte altre domande il libro di Dario Bressanini La scienza delle Pulizie. La chimica del detersivo e della candeggina, e le bufale sul bicarbonato (Gribaudo). Partendo dalla definizione di sporco e pulito, passando per la spiegazione di cosa sono gli acidi e le basi, questo pratico manuale rivolto un po’ a tutti parla di calcare, saponi e bucato, spiega la differenza tra detergenti e detersivi, candeggina e cloro, percarbonato e ossigeno. Poi affronta l’argomento «ecosostenibilità» e quello relativo a piatti, pentole e bicchieri.
Un capitolo a parte è dedicato al bicarbonato, oggetto – specie negli ultimi anni – di numerose bufale. Qualche esempio? Anche se viene spesso proposto per lavare frutta e verdura, in realtà – precisa nel manuale Dario Bressanini – il bicarbonato non lava e non sgrassa, non è un disinfettante, non sbianca né igienizza. Non vanta neppure proprietà anticalcare, non cattura gli odori e non serve aggiungerlo allo shampoo mentre laviamo i capelli. Di contro, invece, il bicarbonato è un antiacido, produce anidride carbonica, agisce solo contro alcuni odori (come la puzza delle scarpe vecchie), rammollisce i vegetali, contribuisce ad alzare il ph di una soluzione. Viene da chiedersi, quindi, come è opportuno lavare frutta e verdura, visto che il bicarbonato non è la scelta migliore. «Risposta veloce per chi ha fretta - scrive Bressanini -: lavate frutta e verdura sotto acqua corrente. Se la mettete a bagno rischiate di diffondere una eventuale contaminazione: una foglia di lattuga contaminata può infettare tutto il resto».
Il libro termina con un capitolo dedicato a vetri, pavimenti e altre superfici da pulire. «A differenza del bucato o delle stoviglie – scrive Dario Bressanini, i prodotti per le varie superfici devono agire a temperatura ambiente, di solito con un tempo di contatto molto breve e senza danneggiare ciò che vogliamo pulire. Sul mercato troviamo sia prodotti più versatili, che possono andare bene per molte superfici diverse, sia prodotti molto specifici, adatti a un solo tipo di superficie per un certo tipo di sporco. Le concentrazioni dei tensioattivi presenti possono andare da meno dell’1% a più del 30%. Il pH può essere molto acido o estremamente alcalino. Possono essere liquidi, in schiuma, in polvere, in granuli, spray, in crema e in molte altre forme». Il volume si conclude prendendo in esame la composizione del Vetril, il liquido per pulire i vetri, analizza la funzionalità del mocio per lavare i pavimenti, spiega come mantenere forni e fornelli «in salute» e gli scarichi liberi. Finito il libro, online trovate altri due capitoli extra dedicati ai metalli e ai gioielli (https://www.feltrinellieditore.it/gribaudo/pulizie/).
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