Washington, 24 settembre 2015. Papa Francesco parla al Congresso degli Stati Uniti e, tra lo stupore dei presenti, annovera, tra le figure più significative del cristianesimo statunitense, Dorothy Day, molto discussa per le sue scelte controcorrente: «In questi tempi in cui le preoccupazioni sociali sono così importanti – dice il Pontefice –, non posso mancare di menzionare Dorothy Day (...). Il suo impegno sociale, la sua passione per la giustizia e per la causa degli oppressi, erano ispirati dal Vangelo, dalla sua fede e dall’esempio dei santi».
«C’è voluto tempo, molto tempo, perché i miei occhi riuscissero ad aprirsi, ammesso che oggi siano veramente aperti. È terribile constatare come, in mezzo a tante sofferenze, la cura del mantenimento dell’autorità e dell’ordine sociale ci impedisse di scoprire e denunciare le ingiustizie. Stavamo là a predicare la pazienza, l’obbedienza, l’accettazione delle sofferenze, in unione alle sofferenze di Cristo. Grandi virtù, senza dubbio, ma in quel contesto facevamo il gioco dei dominatori».
Dall’amore contrastato sbocciato in Libia tra Gino Hassan e Linda Nemni fino alla fuga in Italia, passando per le persecuzioni naziste e il disperato sconfinamento in Svizzera. L’epopea di una famiglia di ebrei italiani ripercorsa attraverso un suo componente, Guido Hassan, nato a Tripoli nel 1937 e trasferitosi in Italia nel '42, per scappare dalla guerra che allora infuriava in Nord Africa.
«Una guerriera disarmata»: si definisce così Lorena Bianchetti, giornalista, conduttrice e «penna» apprezzata anche dai nostri lettori, che hanno potuto seguirla per quasi un decennio sulle pagine del «Messaggero di sant’Antonio». Non è un caso che Lorena abbia scelto proprio l’immagine della guerriera senz’armi come titolo del suo primo libro.
Dodici ritratti, dodici storie di «prossima felicità», futura, ma anche e forse con maggior pregnanza di «felicità prossima», possibile, sostanzialmente vicina e raggiungibile, a patto che…
Ecco, la differenza la fa quel «a patto che». Il sottotitolo ci indirizza quando associa a «felici» gli aggettivi «liberi» e «resistenti».