Questo tempo ci parla
Riuscire a parlare di morte, parlando di vita. Non è facile, eppure lui ci riesce magnificamente. Il lui in questione è padre Guidalberto Bormolini, antropologo, tanatologo, nonché religioso dei Ricostruttori nella preghiera, un ordine relativamente recente (nato negli anni ’80 del secolo scorso, a opera del gesuita Gian Vittorio Cappelletto), che fa della «ricostruzione» (esteriore: casali e vecchie abbazie abbandonate; e interiore: l’unità tra corpo, mente e spirito) il suo specifico. Come padre Bormolini riesca a mescolare serenamente vita e morte è spiegato nel bel volume da qualche settimana giunto in libreria per i tipi delle Edizioni Terra Santa: Questo tempo ci parla. La rivoluzione spirituale e il sogno di una nuova umanità, frutto di una lunga conversazione con il giornalista Mario Lancisi. A dire il vero, l’incursione nella scrittura non è una novità per padre Guidalberto, il quale, sin dal 2018, dirige per le Edizioni Messaggero Padova la collana Tutto è vita, testi divulgativi utili a chi si occupa di qualunque forma di crisi o difficoltà, tra cui l’accompagnamento al morente.
Il libro appena uscito, pur toccando inevitabilmente tutte le tematiche legate al fluire della vita, e che sono particolarmente care a padre Guidalberto Bormolini, racconta, forse per la prima volta, la sua parabola esistenziale: dalla nascita a Desenzano del Garda (Brescia) in una famiglia di artigiani che tanto inciderà nella sua formazione, alla creazione del borgo TuttoèVita (ora in fase di compimento e nato grazie all’omonima associazione fondata nel 2013). Un borgo immerso nei boschi di castagni secolari in comune di Cantagallo (Prato), dove trovano ospitalità sia quanti sono semplicemente «in ricerca» sia persone affette da patologie considerate inguaribili, con i loro familiari, alle quali viene offerto anche accompagnamento sanitario e spirituale.
La lunga conversazione di padre Guidalberto con Lancisi è interrotta da alcune brevi «soste», vale a dire riflessioni sui temi del libro, che personaggi noti (Franco Arminio, Grazia Francescato, Mario Capanna e altri…) donano ai lettori. Ci si ritrova così a riflettere davvero su una grande vastità di temi: dall’inevitabile insegnamento lasciatoci dalla pandemia alla felicità, dall’utopia alla società dei consumi, dal valore dei sogni alla necessità di imparare a condividere. Non mancano, però, nemmeno sollecitazioni su aspetti più quotidiani del vivere, quasi a ricordarci come siano le piccole cose che, alla fin fine, se vissute con consapevolezza e amore, aiutano a trovare senso alla vita e, quindi, alla morte.