Il libro di Rut è il libro biblico che incarna la precarietà del mondo rurale, ma anche la possibilità della sua rinascita, nel segno della solidarietà.
Fermenti vivi regalati da un pastore d’Aspromonte, dopo anni, ancora offrono un ottimo yogurt. E diventano simbolo dell’amore che fermenta e diventa accoglienza.
Una lettura che permette di entrare in modo originale nel testo biblico, attraverso l’incontro con eventi scomodi: inganni, tradimenti, malefatte e sotterfugi mostrano un lato poco edificante, ma sono occasioni per il manifestarsi della misericordia di Dio, capace di trasformarle in luogo di salvezza. Ciascun capitolo del libro, corrispondente a uno dei personaggi, si apre con un brano di riferimento, corredato da informazioni religiose, storiche, culturali e da un commento.
Sia l’Antico che il Nuovo Testamento documentano l’utilizzo di unguenti e oli profumati, spesso usati per le funzioni sacre. Un dono di bellezza, frutto dell’amore di Dio per l’intero Creato.
Il prete milanese, teologo morale e bioeticista, esplora il terreno della libertà e dell’identità della persona, alla ricerca dei motivi che oggi portano a un sensibile calo della generazione di figli. L’indagine parte dalla situazione demografica italiana, analizzando il tema da un punto di vista psicologico, etico-filosofico e biblico, e rilevando alcune criticità odierne, soprattutto l’incapacità di scegliere per diventare soggetti autonomi e di impegnare la propria libertà con l’altro.