«Vedendo che urgeva per il popolo il tempo della raccolta della messe, Antonio (...) congedate le folle andò alla ricerca di luoghi propizi al silenzio e si recò, per amore della (...) solitudine, nel luogo denominato Camposampiero» (Vita assidua 15).
Contemplare come Francesco significa accogliere con il cuore quel che alla nostra vista si offre, con semplicità, grati, consapevoli che ogni creatura ha in sé un disegno divino, della cui ricchezza non si può che restare estasiati.
Fermenti vivi regalati da un pastore d’Aspromonte, dopo anni, ancora offrono un ottimo yogurt. E diventano simbolo dell’amore che fermenta e diventa accoglienza.
La prima volta che sentii parlare di monsignor Enrique Angelelli fu da un frate del Santo a lungo missionario in America Latina. Qui (oltre a essere stato padre spirituale di fra Carlos de Dios Murias) aveva conosciuto il vescovo di La Rioja, e me ne parlò come di un vero uomo di Dio, un sacerdote coraggioso sempre accanto al suo popolo. Fra Carlos de Dios Murias e monsignor Enrique Angelelli sono stati beatificati insieme il 27 aprile 2019, perché entrambi vennero assassinati nel 1976, a poche settimane di distanza, esattamente a causa del loro impegno per i poveri e gli oppressi.
Come attraversiamo gli inciampi della vita? Come affrontiamo le fatiche del nostro cammino? Ci facciamo aiutare da un episodio biblico tratto dal libro dei numeri, individuando quattro passi fondamentali.