Nel nome dei poveri
«Vedo il mio Signore!». Queste sono le ultime parole di Antonio di Padova, raccolte dai frati prima del suo transito dalla vita terrena al Padre. Lo ha ricordato anche papa Francesco in una lettera di cinque anni fa, indirizzata ai frati Minori Conventuali per il centenario della vocazione francescana di sant’Antonio (2020). E scriveva: «È necessario “vedere il Signore” nel volto di ogni fratello e sorella, offrendo a tutti consolazione, speranza e possibilità di incontro con la Parola di Dio su cui ancorare la propria vita». In queste espressioni troviamo alcune chiavi del pontificato di papa Francesco: partendo dalla Parola di Dio, dal Vangelo, andare incontro a tutte le persone per annunciare la gioia del Signore Risorto. Incontro a tutti, specialmente ai poveri, che fin dall’elezione il Papa ha voluto ricordare, prendendo il nome di Francesco d’Assisi col desiderio di «una Chiesa povera per i poveri». Innumerevoli sono stati i riferimenti al santo patrono d’Italia, uomo della pace, uomo che ama e custodisce il creato, uomo che vive il Vangelo, uomo della fraternità.
E Antonio, il nostro Santo? Poche volte è stato citato esplicitamente nei suoi discorsi; ad esempio, quando il Papa è stato a Lisbona, nel 2023, per la Giornata mondiale della Gioventù, lo ha ricordato come «apostolo instancabile, predicatore ispirato, discepolo del Vangelo, attento ai mali della società e pieno di compassione per i poveri» e simpaticamente ha aggiunto «se lo sono rubato quelli di Padova» (infatti è chiamato Antonio di Padova più che da Lisbona), ottenendo come risposta dai frati della Basilica un invito a venire a trovarlo proprio nel luogo in cui riposano le sue spoglie. Eppure c’è un segno, piccolo, forse, ma significativo, che testimonia il legame tra papa Francesco e il Santo. Bisogna andare al 2016, anno del Giubileo straordinario della Misericordia, indetto proprio per dare l’occasione di un tempo di grazia particolare; ritroviamo, in questo, lo spirito di Antonio, desideroso di favorire il rinnovamento spirituale delle persone, proprio attraverso uno sguardo misericordioso verso gli altri, che invitava ad avvicinarsi a Dio e cambiare vita.
A conclusione del Giubileo, papa Francesco ha pubblicato Misericordia et Misera, lettera apostolica in cui invita a condividere con tutti quanto ricevuto, in particolare con i deboli, gli indifesi, i lontani, i soli… e i poveri. Per questo ha istituito la Giornata mondiale dei Poveri, che si celebra la domenica che precede la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, «il quale si è identificato con i piccoli e i poveri e ci giudicherà sulle opere di misericordia. Sarà una Giornata che aiuterà le comunità e ciascun battezzato a riflettere su come la povertà stia al cuore del Vangelo e sul fatto che, fino a quando Lazzaro giace alla porta della nostra casa (cfr. Lc 16,19-21), non potrà esserci giustizia né pace sociale» (cfr. Misericordia et Misera, n. 21).
Giustizia, pace sociale, attenzione ai poveri sono temi che Antonio portava nel cuore e per cui si è speso instancabilmente, annunciando il Vangelo. A partire dal 2017, ogni anno, il messaggio per questa Giornata è datato «13 giugno, Memoria di Sant’Antonio di Padova» e dal 2023 è stato aggiunto «patrono dei poveri»: un piccolo segno, che però non è casuale. Papa Francesco ha voluto mettere sotto la protezione del Santo chi gli stava più a cuore, i poveri. E come Antonio non ha temuto di prendere le parti degli ultimi, degli emarginati, di chi è rifiutato. E ora che è passato da questo mondo a Dio, possa dire come Antonio «Vedo il mio Signore», lo stesso che ha servito con fedeltà nell’umanità che ha tanto amato.
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