Sette monache di clausura, dopo aver subito violenza da parte di alcuni soldati russi, restano incinte. Il trauma dell’abuso e il dilemma morale si fondono a fede e accettazione nel toccante «Agnus Dei».
«Allora si aprirono gli occhi di tutti e due (Adamo ed Eva) e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture» (Gen 3,7). Il fico, ma anche il cappero e il ginepro, il mandorlo, l’incenso, la palma da datteri, il platano, la quercia… La Bibbia è piena di rimandi al mondo vegetale e di simboli a essi collegati. Ne sa qualcosa il figliol prodigo che «avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla» (Lc 15,16).
Laici si nasce, testimoni di Dio si diventa. Sì, ma come? E in che modo la Chiesa può guidare questa nostra società cristiana sempre più esposta al cambiamento e al conflitto? Come ce lo domandiamo oggi, così se lo chiedeva Carlo Maria Martini già nel 1969 – dieci anni prima di diventare arcivescovo di Milano –, a un convegno romano di Azione Cattolica. Molta acqua è scorsa sotto i ponti da allora. E forse una risposta definitiva a queste domande ancora non è stata trovata.
Testimoni di grazie ricevute, ma anche espressioni di arte popolare, gli ex-voto riflettono le nostre radici. Per questo vale la pena riscoprirli in una mostra a Milano fino al 28 gennaio.