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Vito Mancuso

Liberi di vivere

Il senso delle cose oltre la finitezza della vita
30 Dicembre 2024 | Recensione di
Liberi di vivere
Scheda
Il Margine
2024
€ 10,00
Con i suoi libri ha portato all’attenzione di un vasto pubblico i grandi temi teologici. Ha insegnato all’Università San Raffaele di Milano e all’Università degli Studi di Padova. È docente del master di Meditazione e neuroscienze dell’Università degli Studi di Udine. Tra i suoi ultimi titoli: La forza di essere migliori (2019), Il coraggio e la paura (2020) e I quattro maestri (2020).

Avete presente il film Non ci resta che piangere (1984)? In particolare la scena in cui, all’avviso del sacerdote «Ricordati che devi morire», Massimo Troisi risponde: «Si, si, mo’ me lo segno»? Raramente una battuta sul tema è stata così azzeccata. Fin dall’antichità il memento mori ha sempre occupato la mente di studiosi e filosofi. Uno su tutti Platone, secondo cui tutta la filosofia consisteva nell’imparare a morire. Ciononostante secoli e secoli dopo ancora non ci siamo ancora abituati davvero all’idea della morte, quale evento naturale e inevitabile della nostra esistenza. «La società occidentale ha infatti del tutto rimosso dal dibattito collettivo e dallo spazio pubblico qualsiasi riflessione sul morire – scrive Vito Mancuso nella nota introduttiva a questo breve saggio –, e la morte resta probabilmente l’ultimo, e più resistente, tabù del contemporaneo». Un tabù che il teologo mira, attraverso queste pagine, a superare, dimostrando l’importanza di vivere con sincerità. «Accettare che la nostra preziosa vita e quella di tutti i nostri simili sia destinata a finire coincide con l’accettare la verità – scrive l’autore –: debellare le illusioni, guardare le cose come stanno. Ebbene, io penso che la verità – la sincerità verso noi stessi, verso la natura e il corso delle cose – aiuti a vivere meglio: essa ci rende liberi».

L’accettazione del proprio limite è, dunque, il primo passo per una vita piena. Se dovessimo trovare una metafora, potremmo paragonarci a un vasetto di yogurt… «Noi siamo su questa Terra consapevoli di avere, per così dire, una data di scadenza, esattamente come lo yogurt che abbiamo nel frigorifero, anche se noi non la portiamo scritta ben visibile addosso» scrive Mancuso. A dispetto di ogni nostro sforzo, «alla fine la morte ci condurrà dove non vogliamo». E allora tanto farsi trovare pronti e il più possibile consapevoli: «Considerando che non potrò evitare che finiscano, io mi auguro di contare consapevolmente tutti i miei giorni, specialmente gli ultimi, spero proprio di morire sazio di giorni: è questa l’espressione che troviamo nella Bibbia ebraica riferita a Isacco (Genesi 35,29), a Giobbe (Giobbe 42,16) e a diverse altre figure bibliche espressione di anzianità e saggezza. Trovo splendido pensare di poterla riferire anche a me stesso».

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Data di aggiornamento: 30 Dicembre 2024