Viviamo in un mondo lacerato, dove la contrapposizione è la regola. Come è possibile vivere assieme in una società che non ha più valori e riferimenti comuni, dove ognuno ha la propria verità?
L’anno scorso, nel duomo di Monza, mi sono imbattuto in una cosa molto particolare: una cassetta, tipo quella per le offerte, con su scritto «Cassa delle cose incerte»…
La tristezza, se coccolata a lungo, si installa nei meandri della mente e non se ne va più. E diventa sfiducia che genera disperazione, cioè la convinzione che non sia possibile un cammino verso la gioia.
Far rinascere la sericoltura in Calabria sembrava una missione impossibile. E invece ritornare alle colture e all’artigianato della tradizione si sta rivelando un successo, per i protagonisti di questa storia e per l’intero territorio.
Le città scricchiolano, cambiano pelle e antropologie, nascono ovunque «locazioni turistiche», il rumore delle ruote dei trolley è oramai una sonorità urbana, i prezzi si impennano, scompaiono le botteghe. Eppure il turismo è un’idea di libertà.