Che cosa muove il mondo?
L’altro giorno, mentre andavo a lavoro, guardavo le moltissime auto e i molti camion che viaggiavano come me sull’Autostrada del Sole. E pensavo a che cosa li muove, che cosa ci muove, che cosa muove il mondo ogni mattina, ogni ora, ogni minuto. La narrativa comune dice che la molla che spinge avanti tutti noi, che la «legge di gravità» che ci fa muovere, sia semplicemente l’interesse personale. Andremmo a lavorare, a fare shopping, in vacanza, in giro, per massimizzare la nostra utilità, per il nostro piacere. Così si insegna a scuola, così in tanti pensiamo.
Poi guardiamo meglio, in noi e negli altri, e ci accorgiamo di qualcosa di diverso. Vediamo innanzitutto che noi stiamo andando a lavoro, ogni mattina da molti anni, per molte cose, non solo per il denaro. Certamente lavoriamo per il salario, ma anche perché abbiamo preso degli impegni con gli altri, perché è il nostro dovere, e perché, qualche volta, ci piace lavorare. Il salario e lo stipendio o il profitto (se siamo imprenditori) sono comunque molto importanti, e quando pensiamo che siamo pagati poco e male anche le altre motivazioni non-monetarie per lavorare entrano in crisi, si appannano, a volte spariscono o si guastano. Quello stipendio, poi, non è soltanto né principalmente una faccenda individuale: spesso consente ai figli e/o a chi amiamo di crescere, di studiare, di sognare.
Continuiamo a guidare e a pensare, e per un attimo entriamo nella cabina di un camionista e, con la fantasia, nella sua anima. Ci immaginiamo una moglie, una compagna, magari dei figli, che aspettano quel salario duro per vivere, per vivere meglio. E poi sbirciamo per un attimo nel finestrino di chi ci sorpassa nella corsia accanto, e iniziamo a vedere alla fine della loro corsa la casa di un amico che li aspetta, un funerale di un amico da onorare, una visita a un malato, una visita di controllo in un ospedale, un fidanzato o un genitore da raggiungere, un week-end di vacanze per trovare un momento di pace e far svagare un marito che sta passando mesi molto difficili con i suoi fratelli e con la vita.
Così, guardando, pensando e immaginando, la prima idea che avevamo appena partiti si complica, si arricchisce, cambia molto. E quella prima ipotesi che il motore del mondo fossero gli interessi, gli affari, il denaro, inizia a complicarsi, a evolvere, fino a trasmutarsi nel suo opposto. Vediamo molta umanità dentro quegli abitacoli, amicizia correre lungo le strade, tanta più bellezza di quella che immaginavamo. Fino ad azzardare una tesi forte sotto forma di domanda: e se invece fosse l’amore a muovere il mondo, ogni mattina, oggi, domani, sempre?
È importante compiere, ogni tanto, questi esercizi di empatia con gli sconosciuti che corrono accanto a noi nelle strade della nostra vita. Aiutano a riconciliarci con la vita, con il lavoro, a sviluppare quel senso di fraternità che è essenziale per alimentare e manutenere quel network di reciprocità che è alla base della società civile e del mercato. E poi, ogni tanto, provare a ringraziare chi lavora accanto a noi e per noi, anche senza saperlo. Nascono reciproci sorrisi civili di cui abbiamo un immenso bisogno in questi tempi difficili e pessimisti.
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