Ogni esperienza religiosa ha in sé una dimensione di consumo. Non si va in chiesa, e non vi si andava nei secoli passati, soltanto per adempiere a un obbligo morale, per la paura dell’inferno o per non essere discriminati dai propri compaesani.
Conti proibitivi e cani che mangiano a tavola con i loro padroni: cosa è successo ai ristoranti delle piccole città storiche medioevali delle Marche e dell'Umbria? Riflessioni su un cambio d'epoca...
Il merito declinato come meritocrazia è diventato ormai un vero dogma della nuova religione del nostro tempo, cioè quella del business e del consumo, una religione che ha soppiantato in Occidente il cristianesimo.
Un volume che sarebbe da rendere propedeutico per chiunque volesse iscriversi a una facoltà di Economia o di Teologia. Ma utilissimo anche per chi volesse «semplicemente» capire più in profondità la genesi di alcuni fenomeni complessi dei nostri giorni.
Il talento civile o lo «spirito» di un Paese, dei suoi governanti e della sua gente, sta nel saper creare un orgoglio e una speranza civile veri a partire da segni reali presenti nel passato.
Il presepe è simbolo di bambini, di famiglia, di relazioni, di lavoro, di povertà e di comunione, che erano anche i segni del Natale cristiano. Valori opposti a quelli del nuovo Natale consumista, che si basa sull’individuo.