Ero nelle colline del Valdarno, prima mattina, pensieri grigi: per questo ero salito fra gli alberi. Il raggio di luce, come un segno divino, riaggiustava le cose.
No, non andrà tutto bene, né in questa né in nessun’altra situazione, neanche in questo 2021. Però possiamo decidere come vivere questo tempo. Certi, sempre, che Dio è con noi.
«Una volta è Hitler; un’altra è Ivan il Terribile, per quanto mi riguarda; in un secolo è l’Inquisizione e in un altro sono le guerre, o la peste e i terremoti e la carestia. Quel che conta in definitiva è come si porta, sopporta, e risolve il dolore, e se si riesce a mantenere intatto un pezzetto della propria anima»: è un brano dal Diario di Etty Hillesum, poco prima di partire volontaria per il campo olandese di Westerbork, da dove gli ebrei venivano poi smistati tra i lager della Polonia.
Taranto è uno specchio dell’Italia: c’è la solitudine degli operai, la criminalità, la distruzione di un paesaggio, la povertà e la ricchezza, l’incertezza, la paura, l’illusione di un futuro diverso. Ma c’è anche la bellezza...
Diciamo subito che questo è un libro di storie. Scritte bene (lo garantisce anche Carlo Lucarelli nella prefazione, e lui se ne intende di storie). Vere. Magari abitate da tanti nomi che qualcosa diranno o richiameranno anche al più sprovveduto tra noi, ma per la maggior parte raccontano di uomini e donne, e anche ragazzini, senza nome.