A piedi lungo «l’ultimo cammino» di sant’Antonio, che si snoda da Camposampiero a Padova Arcella, con un gruppo di giovani dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti.
Da oltre un secolo la congregazione religiosa sorta per ispirazione di Charles de Foucauld non ha mai abbandonato la montagna inospitale dove si erge l’eremo di pietra che sovrasta la piana sommitale dell’Assekrem, nel sud dell’Algeria.
Chissà quante volte è capitato di non riuscire ad addormentarsi, di girarsi e rigirarsi tutta la notte. E quando ci sono cose che ci affliggono, problemi, ansie, fatiche, decisioni da prendere, soluzioni che non arrivano, la mattina non arriva mai.
Al tempo di Francesco la morte era una presenza quotidiana, oggi è allontanata e virtualizzata. L’Assisiate ci riporta alla realtà e ci sprona ad affidarci, perché Sora morte è il culmine della vita.
In dialogo con don Gianantonio Urbani, da quattordici anni a Gerusalemme dove oggi insegna Archeologia cristiana ed Escursioni allo Studium Biblicum Franciscanum.