25 Dicembre 2016

Beata povertà!

Speriamo che il Natale ci aiuti a non confondere le cose davvero importanti con quelle accessorie e talvolta del tutto inutili… Perché di fronte alla miseria di tanti non c’è autogiustificazione che valga.
San Francesco con Gesù Bambino

San Francesco con Gesù Bambino, Verucchio (Rimini), convento S.Francesco

Capiamoci bene: la miseria di tanti nostri fratelli e sorelle è indegna e grida vendetta al cospetto di Dio! Mancanza di beni primari (cibo, acqua, salute, diritto allo studio e al gioco per tutti i bambini, dignità della donna, libertà religiosa, accesso alle cure di base, ecc.), di lavoro, libertà e democrazia, essere perseguitati a causa della religione o della provenienza geografica, tenere fuori qualcuno dal nostro egoistico benessere perché si teme di perdere qualcosa: tutto ciò non ha nessuna benché minima giustificazione, né umana né tanto meno spirituale!

La Parola di Dio non ci lascia alcun margine di autogiustificazione o disimpegno: se anche solo un povero manca al nostro banchetto, se anche solo una pecorella è persa, nessuno può essere felice.

Poi però ogni volta ci commuoviamo davanti al presepio, alla povertà della Sacra Famiglia, a quel Bimbo che, pur figlio di Dio, nasce nell’essenzialità di una stalla, adagiato in una mangiatoia, visitato da poveri pastori senza diritti e da alcuni strani extracomunitari venuti da lontano. E intuiamo che in quella povertà c’è un tesoro che nessun nostro conto in banca è in grado di garantirci. E di quello abbiamo una struggente nostalgia!

Non entro nel merito dei sacrifici che il governo o l’Europa ci sta chiedendo di fare (mi auguro almeno che siamo tutti a farli…), ma se questo ci aiuterà a riscoprire una «benedetta povertà», una sana sobrietà e un’evangelica essenzialità, dove non confondiamo le cose davvero importanti da quelle accessorie e talvolta del tutto inutili, ben vengano. Anche Natale sarà così più vero.

Un Santo Natale a tutti!

Data di aggiornamento: 26 Giugno 2017

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