Camminando in terra di Sicilia

Il primo articolo della serie dedicata ai cammini religiosi italiani di lunga tradizione, ma non conosciutissimi dal grande pubblico. Partiamo dalla Sicilia.
11 Agosto 2025 | di

Italia, patria di santi, poeti, navigatori e… pellegrini. O almeno è quello che viene da pensare se solo ci si mette a curiosare sul web per cercare un qualche itinerario a piedi che metta insieme fede, cultura e bellezze naturali. Sono davvero tante, infatti, le proposte per chi voglia mettersi in cammino alla sequela di Cristo, spesso attraverso la figura e l’intercessione di qualche santo o santa.Cominciamo dunque questo itinerario alla ricerca dei cammini italiani, scegliendo di segnalare quelli meno conosciuti, tracciati, spesso molti secoli fa, da eremiti, pellegrini, semplici persone alla ricerca di un senso alla propria vita. Ne abbiamo scelti solo alcuni tra i moltissimi esistenti, cercando di comprendere il maggior numero possibile di regioni italiane e con varietà di percorsi e lunghezze, in modo tale che chiunque, se lo vorrà, potrà trovare un pellegrinaggio alla portata del proprio tempo e, soprattutto, delle proprie gambe. Un consiglio: chi volesse valutare ulteriori opzioni rispetto a quelle che qui brevemente presenteremo, può andare sul sito del Ministero del Turismo, nel quale è attivo il Catalogo dei Cammini religiosi italiani.

Cominciamo dal basso, geograficamente parlando. E per la precisione dalla Sicilia. Sono innumerevoli i cammini religiosi che si snodano tra le coste e l’interno della Trinacria (tra l’altro, anche il nostro Cammino di sant’Antonio muove proprio da Capo Milazzo, primo luogo di approdo nella penisola italica di frate Antonio). Qui ve ne presentiamo tre, ma, collegandovi al sito del coordinamento cammini e sentieri di Sicilia potrete trovarne molti altri.

Il primo è il Cammino di San Giacomo in Siciliaun pellegrinaggio che si snoda tra Caltagirone (CT) e Capizzi (ME), per un totale di circa 130 km, toccando antichi borghi, sulle orme della tradizione jacopea dell’isola, giunta nella regione attraverso l’opera di pellegrini, cavalieri e confraternite. Il cammino siciliano di San Giacomo è infatti profondamente legato a quello, molto più famoso, di Santiago de Compostela, da una storia secolare che affonda le sue radici sin dal Medioevo (XII secolo), e si è sviluppata nel corso dei secoli, in particolare durante i periodi normanno-svevo e spagnolo, incidendo profondamente sia a livello artistico, che culturale che nelle tradizioni popolari. In particolare si ripercorre l’itinerario che seguivano gli antichi pellegrini che, attraversando la Sicilia, erano diretti a Messina per poi partire per le grandi vie di pellegrinaggio europee o verso la Terra Santa.Si parte da Caltagirone e, attraverso sei tappe, si raggiunge la cittadina di Capizzi, nella cui chiesa principale vengono conservate le reliquie di san Giacomo il Maggiore. Il tragitto si può percorrere anche in mountain bike o e-bike ed è fruibile pure da persone con disabilità, effettuando alcune deviazioni. Lungo la via è possibile fare tappa nelle numerose realtà sorte per l’accoglienza, spesso gestite da gruppi di volontari, o B&B. Unico accorgimento, quello di avvisare del proprio arrivo qualche giorno prima, telefonando ai siti scelti. Un ultimo consiglio: se si decide di intraprendere il pellegrinaggio in prossimità della festa di san Giacomo (25 luglio), non si può perdere la festa al santo dedicata che si volge a Caltagirone proprio il 24 e 25 di luglio, e che, anche grazie alle migliaia di lumini che illuminano la scalinata di Santa Maria del Monte, garantisce un’esperienza molto suggestiva.

Il secondo cammino religioso che vi suggeriamo è quello del cosiddetto Anello del Nisi, un percorso, appunto, ad anello, che collega il santuario di Maria Asuliatrice ad Alì Terme (Me) al santuario di Maria SS. Annunziata di Fiumedinisi (Me), toccando le comunità religiose dei comuni di Alì, Alì Terme, Fiumedinisi e Nizza di Sicilia. Il tragitto, che copre una quarantina di chilometri, prevede un paio di varianti, ed è percorribile a piedi o in mountain bike, valutando i dovuti dislivelli e le lunghezze dei vari tratti. Può essere effettuato in una sola giornata oppure in tre tappe, in modo da dedicare la prima parte della giornata al vero e proprio cammino, mentre la seconda alla visita dei santuari e dei borghi. Il percorso prevede anche il rilascio di una credenziale del pellegrino, per la parte che riguarda «La via dei santuari Mariani dell’anello del Nisi».

Infine non può mancare un cammino che va a toccare uno dei luoghi di devozione e di fede più famosi e amati della Sicilia: il santuario di Maria Santissima del Tindari o semplicemente santuario di Tindari o della Madonna Nera, che si trova giustappunto in località Tindari, frazione di Patti, nella città metropolitana di Messina. Il percorso è relativamente breve (45 chilometri) ma abbastanza impegnativo, soprattutto per il dislivello affrontato, e si snoda in due tappe, partendo da Moio Alcantara (nell’omonima valle) per giungere alla sommità del colle su cui sorge il santuario mariano. La prima tappa, da Moio Alcantara a Montalbano Elicona, prevede 23 chilometri di cammino con un dislivello di circa 900 metri. La seconda, 22 chilometri, prevede la partenza dalla piazza dinanzi al santuario di Maria SS. Della Provvidenza per giungere fino a Tindari. Lungo il percorso è possibile appoggiarsi a strutture non religiose, convenzionate. Inoltre è attiva la Compagnia dell’Ostello (Email: compagniadellostello@gmail.com), associazione di tutela ambientale composta da volontari che, oltre a manutenere il Cammino, possono assistere quanti lo desiderano, nel corso del pellegrinaggio. Il cammino è legato a un’antichissima tradizione di pellegrinaggio, che vedeva numerosi viandanti partire proprio dalla Valle dell’Alcantara e, attraverso i monti Peloritani e Nebrodi, raggiungere il santuario mariano, spesso affrontando il percorso a piedi nudi in segno di devozione. Ancora oggi, nonostante si tratti di un percorso impegnativo, il pellegrinaggio al santuario di Tindari attira migliaia di fedeli ogni anno, alcuni dei quali compiono ancora oggi l’ultimo tratto del percorso (la salita al colle) a piedi nudi o in ginocchio per impetrare una grazia o per ringraziare della sua intercessione la Madonna Nera. Anche per questo Cammino è previsto il rilascio di una credenziale del pellegrino.

Data di aggiornamento: 11 Agosto 2025

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