Charles Péguy
Una figura inquieta, quella di Charles Péguy, di cui l’autore ripercorre la vicenda personale, profondamente legata alla sua produzione letteraria, nelle sue diverse espressioni. Tra le sue iniziative, occupa un posto peculiare il periodico «Cahiers de la Quinzaine», avviato nel 1900: uno spazio che ospita il pensiero di scrittori, poeti e intellettuali che intervengono sulla vita politica, sociale e culturale, la cui caratteristica principale è la libertà di espressione e il cui scopo è dire la verità. In aperto dissenso contro le idee «belle e fatte», cerca una ragione duttile, che sappia essere fedele alla vita, partecipando a essa fino in fondo.
La critica che Péguy muove al mondo moderno è di avvilire tutto, di mancare di rispetto alla realtà, perché non ha vero interesse per l’umano; anche lui si sente immerso in questa situazione e riconosce la propria miseria e precarietà. Proprio questo lo porta a scoprire più profondamente il cristianesimo, in cui era cresciuto e che poi aveva abbandonato: la ricerca di una risposta radicale lo conduce a incontrare in Cristo il Dio fatto uomo, evento decisivo della storia e della sua storia personale. Una ricerca vissuta in modo estremamente concreto, nella convinzione che c’è bisogno di un corpo per sostenere un’idea, e che tocca drammaticamente la sua vita famigliare.
Parola che risulta dominante nella sua vita e nelle sue opere è speranza: inizialmente trova nel socialismo la risposta concreta alla disperazione, come riscatto dall’emarginazione e dalla miseria. Alla fine arriva a riconoscerla nella fede, fino a parlare della speranza che Dio ha in noi. Le battaglie che ha fatto Péguy al suo tempo non servono solo per saperne di più sull’epoca e sulla sua figura, ma anche per comprendere meglio il nostro presente e la nostra vita.
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