Contro la violenza, àmati
Non è facile parlare di certi argomenti nella mia classe. Stamattina la prof di religione ha proposto la questione del rifiuto della violenza. È arrivata con un discorso che non ho capito subito, perché ha cominciato dicendo che voleva raccontarci un miracolo di sant’Antonio di Padova. Il fatto è questo: pare che un giorno un tipo sia andato dal Santo e gli abbia detto di aver dato un gran calcio a sua madre, facendola anche cadere a terra. Sant’Antonio ha trovato terribile questa cosa, e gli ha detto che il piede che fa una cosa così al padre o alla madre deve essere tagliato. Beh, il tipo ci ha creduto proprio, e mi sa che era disperato forte, perché, arrivato a casa, se l’è davvero tagliato quel piede. Ma sant’Antonio non è che voleva questo per davvero, per cui quando l’ha saputo è subito andato da lui e glielo ha riattaccato. Dopo, ha detto la prof, quell’uomo era tutto felice e ringraziava Dio e il Santo.
Io ho pensato: ma che storia è questa? Però la prof non ci ha dato molto tempo per fare domande, subito dopo ha aggiunto, guardandoci con uno sguardo che non capivo cosa volesse ancora dire: «Vi ricordate, ragazzi, l’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro l’anno scorso? Avete sentito che ieri i suoi assassini, i fratelli Bianchi, sono comparsi in tribunale per l’udienza? Cosa ne pensate di questo omicidio, ve lo ricordate?».Quasi tutti stavamo un po’ dormendo, spesso è così. Prima avevamo avuto una verifica di matematica e dopo forse quello di arte poteva interrogare a random. Per un attimo, silenzio totale. E ho pensato che però non si poteva stare zitti tutti. Per fortuna è partita Sara, tanto quella ha sempre qualcosa da dire: «Sì, prof, io me lo ricordo il fatto di Willy, l’anno scorso, e ci sono stata anche male una cifra quando leggevo sui social o ascoltavo il Tg… Io non li sopporto quei due fratelli, così grossi e senza cervello e pieni di muscoli e tatuaggi, tutti a menare senza pietà un ragazzo più debole come Willy».
«Che cosa c’entrano i tatuaggi e i muscoli, scusa? Quelli sono due assassini violenti, sembra che sia colpa del fatto che si gonfiano i muscoli, vanno in palestra e sono tatuati… sono assassini vigliacchi e basta». La voce è di Luca, dall’ultimo banco. Si fa un tatuaggio nuovo al mese e vive per andare in palestra. Mi sa che Sara l’ha beccato dritto dritto. Anche Giulia si è buttata nel mezzo: «Ho sentito anch’io il telegiornale, ieri sera, e sono proprio stata attenta: continuavano a ripetere che i Bianchi non volevano sentirsi giudicare come dei mostri, come in tanti hanno fatto! Però scusi prof, forse sono io che non capisco, ma cosa c’entra la morte del povero Willy e i due fratelli Bianchi col racconto del miracolo di sant’Antonio che ci ha fatto prima?».
«Vedi che tu non capisci mai le cose!», risponde Lorenzo, un po’ in guerra con lei. Non riesce a sopportarla, e continua: «In ogni caso a me quei due mi suonano un po’ mostri, mi sembrano programmati per uccidere, anche con quello sport che facevano fin da piccoli, MMA, insomma le arti marziali miste, quelle che ti stendono proprio! E anche quello che si taglia il piede, dai, prima dà un calcio alla madre, poi si taglia il piede da solo… non ha il verso uno così, è violento con tutti, un po’ come i fratelli Bianchi!».A quel punto ribatte Giulia che vuole sempre l’ultima parola: «Anche tu mi sembri informato sui Bianchi, ma mi sa che ci stiamo perdendo Willy, che oltretutto è la vittima e mi sa che fosse proprio uno con le palle, se mi ricordo bene è intervenuto nella rissa per salvare un suo amico che veniva picchiato, e poi l’hanno massacrato per un sacco di tempo, quei bastardi!».
L’emozione, a quel punto, è passata come un’onda di corrente da un banco all’altro e proprio nessuno ormai dormiva più o si preoccupava dello studio. Solo la prof, tranquilla, lentamente girava tra i banchi. Siria, però, ha preso la parola e ha detto una cosa stranissima: «Ma secondo voi i fratelli Bianchi, palestrati, esperti di MMA, molto temuti e rispettati, erano due ragazzi felici prima che accadesse questo fatto?». E ha aggiunto: «E l’uomo che si è tagliato il piede era uno che era felice?». In classe è sceso il gelo, ci siamo guardati tutti tra di noi, un silenzio peso prima che qualcuno rispondesse. Due o tre sorridevano stranamente, altri avevano la faccia stupita…
Ma Riki, dopo un po’, ha trovato qualcosa da dire, è un grande, e le cose le vede da lontano: «Mah, io penso che se uno, per essere apprezzato dagli altri, deve gonfiarsi i muscoli così e praticare uno sport estremo per riuscire sempre a vincere su tutti, e deve menare continuamente in giro tutti i sabati sera, per me bene bene non deve stare, e quindi io felici, quei due, non li penso proprio! Anche quello di sant’Antonio, dai, non ci sta proprio arrivare a dare un calcio alla madre… E poi appena sente il Santo che fa un discorso, si taglia subito il piede. Per me era uno abituato a farsi del male anche prima, chissà come stava male nella testa, per me aveva un gran buco dentro! Willy, invece, per me era felice, faceva la sua vita coi suoi amici, il suo lavoretto serale, stava bene nella sua famiglia e aveva dei progetti belli per il futuro!».
Sempre Giulia, di nuovo salta su: «Allora vuoi dire che loro erano stati un po’ violenti anche col loro corpo, e che tutto quel gonfiarsi i muscoli con robaccia chimica e attrezzi, non è un gran modo di volersi bene? Ma scusi, prof, non è lei che ci dice che nel Vangelo c’è scritto di amare il prossimo come se stessi? Perché questi, mi sa, hanno odiato il prossimo come se stessi!».Finalmente la prof interviene: «Allora chi diventa un mostro, come hanno paura di essere chiamati i Bianchi, prima ha dovuto in qualche modo soffocare le proprie paure e spingere l’acceleratore per crearsi, in questo caso, un corpo violento che è un’arma per uccidere? E, dato che Giulia ce lo ha ricordato, anche Dio vorrebbe che non ci dimenticassimo mai di essere pieni di amore per noi stessi, ma di amore vero, quello che rende davvero felici… E dopo, forse, non ci verrebbe più di essere violenti con gli altri».
«Io penso di sì». La voce molto spenta è di Stella, lei è magrissima: «Anch’io sono sempre a dieta, ma non so se questo è volere bene al mio corpo, che per me è un grosso problema. E spesso sono così arrabbiata che a casa me la prendo con tutti, tiro via le cose pure e non sopporto mia sorella, che non deve fare tutta questa fatica per essere bella. Chissà cosa pensa Dio di me quando vede che mi mangio solo due mele al giorno pur di essere bella, e poi divento una iena con tutti, tanto sono nervosa!». Che storia stamattina è venuta fuori in classe… Poi, purtroppo, è suonata la campanella. Ma vorrei proprio capire meglio perché, se non accetto e non voglio bene al mio corpo, posso diventare un violento… Mi sa però che la prof è andata fuori tema lei stavolta, perché dovevamo parlare del rifiuto della violenza sotto ogni sua forma. Boh?
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