09 Agosto 2022

Decalogo per la (buona) coppia

Quali sono i «segreti» per far funzionare un matrimonio? A che cosa porre attenzione per mantenere in buona salute una coppia? Come trasformare una crisi in un’opportunità di crescita?
Decalogo per la (buona) coppia

© Giuliano Dinon / Archivio MSA

«Carissimi Chiara ed Edoardo. Sono una ragazza di 23 anni, da poco fidanzata con un compagno di università. Mia madre è da sempre abbonata al “Messaggero” e spesso mi capita di leggere la vostra rubrica. Mi stupisce, e un po’ mi preoccupa, quante persone vi scrivano per raccontarvi fatiche o problematiche di coppia. Non so come andrà con questo ragazzo, ma sento che stiamo bene assieme, che ci rispettiamo e condividiamo anche una base comune di fede. Guardandomi in giro, mi chiedo se sono un’illusa a credere che noi due potremo vivere una vita felice e che la nostra relazione non si arenerà su secche impossibili da superare. Dalla vostra esperienza, vi sono degli atteggiamenti che sono sicuramente da evitare o altri da far propri? Grazie per la vostra risposta».

Anna

Carissima Anna, che bello ospitare una ragazza così giovane nella nostra rubrica! Ci lanci una richiesta importante e complessa, ma siamo una coppia temeraria e non vogliamo tirarci indietro. Ti proponiamo, dunque, un decalogo utile a non far naufragare una relazione di coppia. Ovviamente l’elenco non è esaustivo, ma è comunque una traccia utile per te, il tuo fidanzato e per chi ci legge. Partiamo.

1) Innanzitutto va detto che non esistono coppie perfette, semplicemente perché non esistono persone perfette. In base alla nostra esperienza, ci sono due tipologie di coppie: quelle che prima di tutto vogliono crescere nella loro capacità di amarsi e quelle che vogliono solo star bene nella loro relazione, evitando di mettersi in discussione. Le prime faticheranno, soffriranno e staranno anche bene (a volte molto bene), le seconde otterranno sporadici momenti di godimento e tonnellate di frustrazione.

2) La relazione di coppia serve a cambiare te stessa/o. Il Signore ha messo al tuo fianco una persona diversa da te, non perché tu possa cercare di cambiarlo/a, ma per permettere che la sua alterità ti metta in discussione e tu possa finalmente uscire dal tuo egocentrismo. La vostra relazione richiede che tu per prima/o metta sempre in discussione te stessa/o e non l’altro.

3) Non puoi dire che il tuo sia amore finché non hai perdonato. La persona che è al tuo fianco ti ferirà, non perché non ti voglia bene ma perché è limitata, fragile o semplicemente non intende la vita come la intendi tu. Anche tu sei destinata/o a ferirlo/a per gli stessi motivi. Perdonarla significa prendere atto che anche l’altra è una creatura finita come lo sei tu, che se la condanni stai condannando anche te stessa/o. Ricordati che per prima/o sei stato tu a essere stato amato e perdonato dal Padre attraverso il Figlio.

4) Bisogna avere chiare le priorità. Tutto è importante, ma la relazione di coppia lo è di più. Il tuo legame viene prima del lavoro, della famiglia di origine, del tempo libero, dei figli. Non stiamo dicendo che non vada dato un giusto tempo e impegno a tutto questo, ma non a scapito della relazione. Solo la relazione con Dio Padre può venire prima (anche perché Lui è il più potente alleato alla riuscita della vostra storia).

5) Una relazione non è solo impegno, ma anche gioco, leggerezza. Negli ambienti cattolici rischiamo di dimenticarci che scampagnate in bicicletta, mangiate con gli amici e cose simili sono vitali per il benessere della coppia. Ovviamente è anche profondità, intimità, condivisioni di significati: elementi che spesso si perdono di vista, invece, nelle coppie lontane dalla Chiesa.

6) Ci è stato donato un corpo per glorificarlo nell’amore. Usiamo tutte le possibilità che ci dona per amarci. Sicuramente la sessualità, ma anche abbracci, baci, carezze, sguardi, sorrisi.

7) Gareggiate nello stimarvi a vicenda. Il nostro cervello è più propenso a scovare le cose che non funzionano che quelle che funzionano: fare un critica ci viene facile, un complimento invece dobbiamo scegliere di esprimerlo. Gli studi ci dicono che nelle coppie che stanno bene il rapporto tra critica al proprio partner ed espressioni di positività è di 1 a 5, vale a dire che c’è solo una critica ogni cinque complimenti.

8) Circondatevi di occasioni che facciano bene alla vostra relazione, perché diventiamo anche ciò di cui ci nutriamo. Frequentate percorsi di formazione alla relazione di coppia, ascoltate catechesi che rileggano la Parola in chiave sponsale, circondatevi di amici con cui condividere le gioie e le fatiche della vostra relazione, fatevi seguire da una guida spirituale, confrontatevi con coppie più grandi e sagge di voi...

9) Un litigio è qualcosa di sgradevole, ma se sappiamo «interrogarlo» può raccontarci tantissime cose interessanti. Come mai quella reazione mi ha provocato quell’emozione? Che cosa dice di me? A quali elementi della mia storia si aggancia? Quale bisogno affettivo insoddisfatto si cela dietro? Quale idea di me racconta? E nell’altra persona che cosa sarà successo? Quale vulnerabilità sarà stata toccata? Come o cosa potrei, o potremmo, fare la prossima volta perché le cose vadano meglio?

10) Il giorno in cui fare tutto questo è «oggi». Quando ti alzi la mattina, fa’ in modo che il tuo primo pensiero (il primo, non l’unico) sia quello di provare ad amare il tuo fidanzato, colui che un giorno potrebbe diventare tuo marito (e viceversa per lui) e chiedi a Dio di darti una mano. Non importa com’è andata ieri, non importa se lui non cambierà quel modo di fare fastidioso (non lo devi cambiare tu), quello che spetta a te è solo provare ad amarlo, «oggi».Carissima Anna, molto altro ci sarebbe da dire, ma mettere in atto questo decalogo è già un buon inizio. Condividilo con il tuo fidanzato e poi vivilo, fallo tuo e poi ci dirai com’è andata. Che l’intercessione di sant’Antonio faccia sbocciare in modo rigoglioso il vostro amore! 

Edoardo e Chiara Vian

 

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Data di aggiornamento: 09 Agosto 2022
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