Educazione civica: il ritorno
Torno su un argomento che dovrebbe stare a cuore a tutti: l’educazione civica. Se ne è ricominciato a parlare timidamente da qualche parte constatando la sua assenza e la sua importanza, ma naturalmente non tra i pedagogisti accreditati, oggi inerti e secondari. Tanti anni addietro, fu un argomento alla moda, nella scuola e sui giornali, e furono molti i manuali che ne trattavano, adottati nelle scuole medie e nelle superiori, scritti spesso da vecchi e degni costituzionalisti o da animosi insegnanti. L’educazione civica era una delle cose che stavano anche alle spalle dell’esperienza di Barbiana, che proponeva la crescita di cittadini consapevoli contro la povertà di visione delle «professoresse». Il punto di partenza di quei manuali era pur sempre la nostra carta costituzionale, che è stata e resta nonostante un’applicazione faticatissima, una delle migliori nel mondo, quella di «una Repubblica fondata sul lavoro», nientemeno!
E vorrei ricordare come gli articoli basilari, i primi, ebbero il mandato di stilarli, col consenso di De Gasperi e di Togliatti, il cattolico Aldo Moro e il marxista Lelio Basso. I quali, mi raccontò chi ne sapeva, andarono d’amore e d’accordo. In quei manuali si trattava dell’ordinamento del nostro Stato, ma anche dei diritti e dei doveri dei cittadini, e si insisteva molto sui doveri, non solo sui diritti, tenendo ben conto che la nostra nazione è nata nell’Ottocento dalle lotte di organizzazioni piccole e grandi che avevano ben presente l’insistenza mazziniana sui Doveri dell’uomo.
Uno dei motivi per cui l’attenzione all’educazione civica è andata scemando e poi scomparendo dal mondo della scuola è stata, io credo, la frenesia collettiva succeduta agli anni del «miracolo economico», anche per colpa degli stessi sindacati, che dei diritti fecero una bandiera assoluta, quasi sempre scordandosi dei doveri (meno che in alcuni, come Bruno Trentin, che venivano dalla tradizione risorgimentale e resistenziale). Forse è perché attraversiamo un’epoca di cambiamenti enormi e di incombenti tragedie collettive, nonostante le apparenze della continuità, che si torna a parlare di educazione civica, dei doveri dell’uomo?
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