Il bene vince, nonostante

125 progetti in 36 Paesi, per un totale di circa 3 milioni e 600 mila euro. Nonostante le guerre e le crisi economiche, la solidarietà in nome di sant’Antonio rimane costante. A riprova che il bene trova le sue strade, anche nei tempi peggiori.
05 Febbraio 2024 | di

In un anno funestato da povertà, guerre, diritti negati, i numeri della solidarietà antoniana sono la buona notizia, la dimostrazione concreta che il bene sa farsi strada anche nelle condizioni peggiori. 125 i progetti portati a termine nel 2023 in 36 Paesi del mondo da Caritas sant’Antonio, l’opera di carità più importante dei frati minori conventuali, per un totale di circa 3 milioni e 600 mila euro. «Nonostante le difficoltà crescenti anche in Italia – afferma fra Valerio Folli, direttore di Caritas sant’Antonio – la generosità di lettori e devoti non è mai venuta meno: un segno di grande fiducia e di profondo legame con sant’Antonio».

Il maggior numero di progetti è in Africa, con 79 realizzazioni in 23 Paesi e la maggior parte dei fondi stanziati, circa 1 milione e 300 mila. Tuttavia la nazione in cui si è speso di più, circa il 30% dei fondi, è l’Italia: «Nel corso dell’ultimo decennio – continua il direttore – la povertà anche nel nostro Paese è cresciuta notevolmente. Sono sempre di più le famiglie che bussano alle porte dei nostri conventi, specie dopo il covid, e ci sembrava giusto dare un segno di vicinanza e di condivisione». Il progetto di giugno 2023 è stato interamente dedicato alle persone in difficoltà, accolte dalle parrocchie francescane in varie parti d’Italia. «Abbiamo assegnato al progetto 500 mila euro, per aiutare le famiglie nei problemi quotidiani: cibo, bollette, affitti, spese scolastiche e sanitarie. Altri finanziamenti sono andati alle realtà dei nostri frati che si prendono cura di persone con disabilità o con una dipendenza da sostanze». L’aiuto di Caritas sant’Antonio ha raggiunto anche le popolazioni colpite dall’alluvione in Emilia Romagna: «Ci siamo collegati in questo caso alle Caritas diocesane, che già avevano strutturato una rete di supporto e conoscevano le famiglie più in difficoltà. Un fondo che ha beneficiato famiglie delle diocesi di Forlì, di Faenza e di Imola».

A servizio dei poveri

L’attenzione per l’Italia non ha mai fatto venir meno l’impegno nei Paesi più poveri ed emarginati, in particolare quelli in cui è più difficile operare a causa di guerre o situazioni sociali gravi; periferie che Caritas sant’Antonio riesce a raggiungere grazie ai conventi dei frati in quei Paesi o a realtà laiche e religiose locali, con cui entra in contatto direttamente. Non a caso, il Paese in cui è stato realizzato il più alto numero di progetti, per la precisione diciotto, è la Repubblica Democratica del Congo, che è scossa da circa trent’anni da guerre civili e conflitti con altri Stati, generati dalla sete di controllo delle sue enormi risorse naturali: terre rare, diamanti, metalli preziosi, biodiversità. A causa dei conflitti – l’ultimo scoppiato nel Nord Kivu nel maggio del 2022 – sono morte almeno 5,5 milioni di persone, mentre il clima di violenza ha creato oltre 7 milioni di rifugiati, uno dei più alti numeri al mondo. Le conseguenze sono devastanti: il 70% dei congolesi vive sotto la soglia di povertà, pur abitando in uno dei Paesi più ricchi al mondo.

Caritas sant’Antonio interviene in Congo, finanziando microprogetti per l’accesso all’acqua, alla sanità, alla scuola. Un impegno, quello nelle zone dimenticate, che fa il paio con un’altra tendenza che si sta consolidando nell’operatività di Caritas sant’Antonio: «Nel 2023 si è accentuato lo sforzo di aiutare le comunità, le parrocchie e le associazioni locali in aree geografiche marginali ad accedere ai nostri fondi, pur non avendo strutture organizzative consolidate. Un deficit che impedisce loro di accedere al supporto di altri enti di beneficienza. Ma in questo modo i fondi rischiano di arrivare solo a chi è già strutturato, penalizzando proprio i più poveri. E così, all’inizio di una nuova relazione di solidarietà, accettiamo piccoli progetti e aiutiamo gli operatori locali a strutturarsi in modo da imparare a costruire e a realizzare un progetto, secondo metodi e procedure affidabili. Questo lavoro a noi richiede molta energia, ma diventa per i più poveri una scuola di formazione per prendere concretamente in mano il proprio futuro. Questa svolta sarà uno degli obiettivi principali per gli anni a venire».

A livello generale, i campi in cui Caritas sant’Antonio è intervenuta di più sono tre: al primo posto ci sono i progetti finalizzati alla promozione umana, ovvero formazione professionale, campagne di salute, luoghi di incontro comunitario, servizi condivisi, progetti di recupero di giovani con problemi di dipendenza e di marginalità. Di questo comparto fanno parte anche i progetti agricoli comunitari, che aiutano le popolazioni rurali a superare i danni provocati dai cambiamenti climatici e ad assicurarsi una maggiore autosufficienza alimentare. Al secondo posto si attesta un classico della solidarietà antoniana, ovvero i progetti di accesso alla scuola, realizzati soprattutto in Africa. Al terzo posto, ma non meno importanti, i progetti di salute e igiene, anche questi realizzati soprattutto in Africa: dispensari, attrezzature mediche, sale di maternità, reparti di ospedali. Fa parte di questo comparto anche la costruzione di servizi igienici per i luoghi comunitari, come scuole e ospedali, considerati fondamentali per salvaguardare la salute delle persone. Gli altri campi d’intervento sono l’accesso all’acqua, la costruzione di abitazioni, la formazione professionale e il microcredito.

Beneficiari e referenti

Dai tipi di progetto sostenuti si desumono anche i beneficiari, che in maggioranza sono le popolazioni delle zone rurali, i bambini e i giovani. Il numero totale delle persone toccate dalla solidarietà antoniana – un numero sicuramente per difetto, vista la difficoltà di reperire i dati in alcune zone – è di 765 mila persone, soprattutto in Africa. Un altro segno dei tempi è il fatto che crescono i costi dei progetti, anche perché Caritas sant’Antonio si accolla spesso la ristrutturazione e la costruzione di immobili che sono tra gli interventi più cari e meno sostenuti da altre agenzie caritative. 
Il 59% dei progetti si attesta tra i 10 mila e i 30 mila euro, quando soltanto cinque anni fa la maggior parte non raggiungeva i 10 mila euro.

I referenti di Caritas sant’An­tonio sono di vario tipo: innanzitutto i frati francescani delle tante missioni sparse nel mondo, ma non solo loro. Molti progetti vengono proposti dalle diocesi e dalle congregazioni locali o da altri ordini religiosi, ma ci sono anche progetti presentati da associazioni laiche, nate nei diversi luoghi per far fronte ai problemi concreti della gente. Sono proprio i missionari laici o religiosi, che vivono accanto ai poveri e ne condividono le difficoltà, l’ultimo miglio della solidarietà antoniana: «Attraverso di loro – conclude fra Valerio – riusciamo a raggiungere le periferie del mondo, come auspica papa Francesco. Mi accorgo, lavorandoci assieme, che esistono tantissime persone che operano il bene, in ogni Paese, in ogni contesto sociale. Invece spesso a prevalere è la visione negativa e pessimistica della realtà. Ma ciò che mi emoziona di più è assistere alla risposta di tanta gente che dona in nome di sant’Antonio, perché altre persone possano avere una vita migliore o possano salvarsi. Sono colpito dal costante e generoso aiuto che ci arriva. Una provvidenza davvero fuori dal comune».

Segui i progetti su www.caritasantoniana.org

Puoi leggere l'intero Resoconto Caritas 2023 nel numero di febbraio del «Messaggero di sant'Antonio». Prova la versione digitale

Data di aggiornamento: 05 Febbraio 2024
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