Il nostro matrimonio andava a rotoli
«Riconoscere e affrontare apertamente i problemi che possono presentarsi nella relazione, è un presupposto necessario a una buona armonia» diceva padre Oliviero Svanera, rettore del Santo, il 17 marzo scorso. Parole sante e piene di speranza, ma spesso sono state difficili per me da metabolizzare e a volte mi sembravano quasi impossibili da mettere in pratica. Parlo del mio cammino faticoso, segnato da cadute, riprese e ricadute… C’è stato un momento in cui tutto mi sembrava perduto. Forse qualcuno di voi si può riconoscere in questo mio stato d’animo.
Sto parlando della mia relazione di coppia, della relazione con la persona cui tengo e che considero più di ogni altra al mondo: il mio sposo. Mi sono chiesta per tantissimo tempo come potesse essere così difficile entrare in dialogo e comunione proprio con lui, visto che lo desideravo e mi impegnavo anche tanto. Il mio sogno era stato disilluso e sentivo la solitudine, la delusione e soprattutto la rabbia nel vedermi incapace di amarlo, di ricucire quegli strappi che continuamente laceravano il nostro rapporto. Mi ero sposata con tanto entusiasmo, piena di energie, armata di buona volontà e con il desiderio di non lasciarlo mai, e ora mi ritrovavo a guardare incredula il mio matrimonio che andava a rotoli.
Sono trascorsi anni colmi di fraintendimenti, finché una coppia di nostri amici ci ha consigliato di partecipare al programma di Retrouvaille. Questo programma è stato ideato in Quebec (Canada), per la salvezza della coppia e della famiglia; è arrivato in Italia nel 2001 per volontà della CEI per far fronte alle innumerevoli domande di aiuto di coppie che erano in crisi o anche già separati e divorziati, e che volevano provare a riconciliarsi. Quando nel novembre 2007 siamo approdati a questa esperienza, la nostra storia di delusioni e le nostre cadute, grazie alle testimonianze delle coppie presentatrici e del sacerdote che ci guidavano, hanno trovato senso. Uno dei principi del percorso è che «essere Chiesa significa credere che anche la debolezza è strumento di grazia», ed è proprio in questa prospettiva che è stato creato il programma di Retrouvaille che aiuta a scoprire come l’ascolto, il perdono, la comunicazione e il dialogo sono strumenti potenti nella riconciliazione tra gli sposi, per recuperare un rapporto di coppia duraturo, anche dopo il tradimento e la separazione.
Passo dopo passo, ci porgevano strumenti per affrontare le difficoltà, e lasciandoci guidare abbiamo superato il senso di solitudine, d‘impotenza e sconforto che afferra chi vive la sofferenza nella relazione di coppia. Ora anch’io e Paolino (il mio sposo) siamo diventati testimoni per quelle coppie che nonostante la crisi vogliono, come abbiamo fatto noi, darsi una possibilità di nuova nascita credendo ancora al loro matrimonio, anche se ferito o lacerato. Abbiamo finalmente compreso che «quando parliamo di armonia di coppia non intendiamo una dimensione priva di scontri o una sorta di oasi felice, ma uno “spazio noi” in cui si accettano le diversità dell’altro, si accoglie il confronto e si esprime il disaccordo come un momento di “in-contro”, non di scontro». Oggi anche essere parte dell’Oasi Famiglia è una risorsa di ulteriore “grazia”, essere disponibili al servizio è un aiuto alla nostra debolezza sempre in agguato, ci tiene desti e riconoscenti al Signore Nostra Speranza per tutto quello che ci ha offerto in dono.
Fiorella e Paolino