Il potere devasta la cura

Preghiera, disarmo, affido sono le uniche armi per contrastare la smania di potere, capace di distruggere ogni cura per noi stessi e per gli altri.
21 Novembre 2021 | di

Lo aspettavano potente, lo pretendevano potente, Gesù. E ci hanno provato in tanti a tentarlo sul potere. Il suo primo passo fuori casa è segnato dalla tentazione dei tre poteri, tre, numero perfetto, cioè ogni tipo di potere. Che lui allontana con una sapienza già divina. Non trasforma le pietre in pane. Il pane regalato che non viene dalla giustizia del lavoro e delle relazioni non è il bene, crea sottomissione verso chi oggi ce lo dà e domani ce lo può togliere. Un bene sospettoso: chissà se dura, irresponsabile dipendenza. Il potere esibito che ci abbaglia non è bene, perché crea stupore, un’ammirazione che si rovescia facilmente in sospetto: dov’è l’imbroglio? Lo fanno anche i maghi. Non nasce fede dall’abbaglio. E non vuole nemmeno il regno del mondo, Gesù, e la sua gloria. Il potere per il potere è il male assoluto. Vade retro. Eppure nei tre anni dell’annuncio, il Messia potente è stata l’ombra che precedeva Gesù. Il potere è la tentazione più grande per noi uomini che ci sappiamo fragili, in fondo lo sappiamo sempre, anche quando ci atteggiamo a fare il re di denari.

Ma Dio non è quello che pensate, dice Gesù. È amore. Il potere è tossico, traduciamo noi, non libera né chi lo esercita né chi lo subisce. E Gesù si è sottratto, è scappato letteralmente quando volevano farlo re. Il potere è la tentazione delle tentazioni. È camaleontico il desiderio di potere. Si mimetizza. Occupa le abitudini, il comune sentire, che così nemmeno si sente più che è micidiale. Piccoli esercizi di potere quotidiano. Umanamente e cristianamente selezionati. Potere del ruolo: io sono in alto e ti dico che cosa fare, anche se tu sei bravo e competente e potresti aiutarmi a far bene le cose. Ma no, adesso finalmente si fa come dico io. Eppure ce lo ripetiamo, che il ruolo è servizio e che solo così ha senso per il bene. Potere dell’età matura, anziana: è un potere triste, ho più anni e so cosa è bene per te che sei giovane. Paternalismo. Brutta tentazione di non ascoltare la voce giovane che è bella e carica di visioni. Ora, post covid, paternalismo piuttosto indecente dal momento che il mondo che abbiamo apparecchiato non è così buono giusto e sano e lo stiamo lasciando ai nostri figli carico di debiti. La saggezza dell’età adulta è la paziente arte dell’ascolto e di consigliare quando ce lo chiedono. Potere dell’età giovane: il futuro è mio e quel che voi sapete è vecchio e superato, io ho più energie, conoscenze nuove, non c’è spazio e tempo per chi non sta al passo.

Ma il bene dell’età giovane è raccogliere quel che riceve e con la forza buona del tempo, farlo crescere. E c’è il potere raffinatissimo di manipolare il bene a fin di bene. Anche nella Chiesa, perché ho il potere della Parola. Attenti a voi. Attenti a noi. E poi altri poteri semplici semplici e tanto diffusi, anche tra noi poveri uguali. Potere del silenzio, non rispondere a chi ci chiede, chiudere la comunicazione, lasciare l’altro appeso all’attesa. Di qualsiasi cosa si tratti. Potere di togliere la speranza, tanto andrà sempre così, non bisogna credere a nessuno, impara a farti furbo. Alleggerisco la mia angoscia esercitando il potere di angosciare, potere facile, perché siamo fragili, appunto. Il potere devasta la cura. Cura della propria vita, cura dei rapporti, grazia dell’ascolto, strada della comprensione. Fin sul Getsemani, addirittura, Pietro mostra di credere nel potere, potere delle armi, cioè mostra di aver capito proprio poco poco. Lui la spada, e Gesù invece pregava. Bellissimo. Preghiera, disarmo, affido. Preghiamo per noi e per tutti, perché il potere non ci avveleni.
 

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Data di aggiornamento: 21 Novembre 2021
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