La «Carta di Solfagnano»

Lo scorso ottobre si è svolto il primo G7 sull’inclusione e la disabilità. Un evento storico che speriamo sia seguito da scelte e fatti concreti.
21 Gennaio 2025 | di

Le fiabe sono piene di castelli e, proprio nel castello di Solfagnano, in provincia di Perugia, il 15 e 16 ottobre 2024 si è tenuto il primo G7 sull’inclusione e la disabilità. Ma che cos’è il G7? Come si legge nel sito del G7 Italy: «Il Gruppo dei Sette (G7) è un forum informale che riunisce Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Al Gruppo partecipa anche l’Unione Europea, rappresentata ai vertici dal presidente del Consiglio Europeo e dal presidente della Commissione Europea». Al termine dell’incontro perugino, tutti i Paesi hanno siglato la «Carta di Solfagnano» per favorire politiche concrete sull’inclusione delle persone con disabilità

Punti fondamentali (solo alcuni) dell’appuntamento sono stati: l’inclusione come questione prioritaria nell’agenda politica di tutti i Paesi; il diritto a una vita autonoma e indipendente per tutti; la valorizzazione dei talenti e l’inclusione lavorativa; la dimensione sportiva, ricreativa e culturale della vita, cui tutti hanno diritto; la prevenzione e la gestione della preparazione alle emergenze nei conflitti armati e nelle crisi umanitarie delle persone diversamente abili. Al termine dell’incontro, la ministra della Disabilità, Alessandra Locatelli, è stata ricevuta da papa Francesco (nella foto), il quale si è dimostrato molto interessato a questo tema. Cito perciò alcune sue dichiarazioni: «Ieri avete firmato la “Carta di Solfagnano”, frutto del vostro lavoro su temi fondamentali quali l’inclusione, l’accessibilità, la vita autonoma e la valorizzazione delle persone. Questi temi si incontrano con la visione che la Chiesa ha della dignità umana. Ogni persona infatti è parte integrante della famiglia universale e nessuno dev’essere vittima della cultura dello scarto, nessuno. Questa cultura genera pregiudizi e reca danno alla società». E ancora: «[…] Rendere il mondo inclusivo significa non solo adattare le strutture, ma cambiare la mentalità, affinché le persone con disabilità siano considerate a tutti gli effetti partecipi della vita sociale. Non c’è vero sviluppo umano senza l’apporto dei più vulnerabili. In tal senso, l’accessibilità universale diventa una grande finalità da perseguire, affinché ogni barriera fisica, sociale, culturale e religiosa venga rimossa, permettendo a ciascuno di mettere a frutto i propri talenti e contribuire al bene comune. E questo in tutte le fasi della sua esistenza, dall’infanzia alla vecchiaia». 

Il G7 sull’inclusione e la disabilità è stato un evento storico, al quale speriamo ora seguano fatti concreti. La disabilità ci obbliga a guardare all’orizzonte e, per guardare all’orizzonte, bisogna alzare lo sguardo da noi stessi al fine di creare un mondo a misura di tutte e di tutti. Questo comporta l’impegno a costruire una mentalità a lungo termine, dove le prospettive e gli spazi sono di più ampio respiro. Certo, questa è una sfida per il mondo politico e culturale, e il mio augurio è che il bel castello di Solfagnano abbia aperto i suoi ponti levatoi per far entrare nuove idee sulla disabilità. E voi avete dei ponti levatoi da aprire per far passare nuove idee? Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.

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Data di aggiornamento: 21 Gennaio 2025
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