La falla nel Decreto Flussi

Esiste un iter legale d’ingresso per i lavoratori extraeuropei. Il problema è che funziona poco e male, danneggiando anche le famiglie e gli imprenditori italiani. I dati nel report della Campagna Ero Straniero.
26 Marzo 2025 | di

Il sistema di ingresso per lavoro dei cittadini stranieri non comunitari funziona male: non solo entrano meno lavoratori ma sono davvero pochi quelli che, nonostante l’uso di procedure legali, riescono a stabilizzarsi, ottenendo il visto e un contratto di lavoro. Non è una bella notizia, perché imprese e famiglie che hanno bisogno e quindi richiesto quei lavoratori non li otterranno, mentre i tanti lavoratori stranieri che hanno iniziato il percorso di regolarizzazione ma per varie ragioni burocratiche non sono riusciti a finirlo rischiano di ricadere nell’illegalità e nell’invisibilità, più esposti e più fragili. Un corto circuito che tra l’altro alimenta il lavoro nero.

A spiegare come mai una procedura pubblica che dovrebbe assicurare legalità e protezione genera in molti casi l’effetto contrario è un report della Campagna Ero straniero, sui dati del 2023 e 2024, forniti dai Ministeri competenti. La Campagna, nata nel 2017, per iniziativa di una rete di associazioni laiche e religiose, grazie anche a un continuo confronto con lavoratori, imprenditori, decisori politici e terzo settore, monitora i flussi migratori e fa pressione per riformare le politiche migratorie.

Ma come funziona il sistema di ingresso dei lavoratori extracomunitari in Italia? Tutto parte dal Decreto Flussi che è la norma attraverso la quale lo Stato stabilisce, con una programmazione triennale, quanti lavoratori possono entrare e in che modo. Il fine è quello di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro sia per le aziende che per le famiglie.

Se un datore di lavoro vuole assumere un lavoratore straniero deve presentare una domanda di nulla osta e ottenere una quota del numero di ingressi disponibili. Arrivare al nulla osta, però, non è che il primo passo. Bisogna poi richiedere il visto d’ingresso per motivi di lavoro presso il consolato italiano del Paese di origine e infine regolarizzare il contratto di lavoro. Una procedura che spesso si arena proprio nei consolati, per mancanza di personale. E così possono volerci mesi per finalizzare il percorso, tempi spesso troppo lunghi per le esigenze di imprese e famiglie. D’altro canto le varie riforme di legge, pur cercando di eliminare alcuni problemi, hanno finito per peggiorare la burocrazia. E i risultati, secondo il Rapporto, sono i seguenti: «Il tasso di successo della procedura è molto basso e decine di migliaia di posti messi a disposizione nei diversi “decreti flussi” non vengono utilizzati… il numero di lavoratori e lavoratrici che riescono a chiudere l’iter e ottenere un impiego e un permesso di soggiorno continua ad essere drammaticamente esiguo»: i nulla osta rilasciati sono solo il 56,5 % nel 2023 e il 56.8% nel 2024 delle quote stabilite dal governo. Numeri ancora peggiori per i visti, nel 2023 sono stati rilasciati solo il 50,8 % dei nulla osta concessi, ancora peggio nel 2024: i visti rilasciati sono solo 28,9% dei nulla osta concessi. L’evidenza più preoccupante è che il tasso di successo dell’intera procedura è molto basso: le quote assegnate che effettivamente sono arrivate in prefettura per la sottoscrizione del contratto e il permesso di soggiorno sono state il 13% nel 2023 (ovvero 16.188 a fronte di 127.707 quote assegnate) e il 7.8% nel 2024 (9.331 a fronte di 119.890 quote assegnate).

Insomma un sistema di ingresso di lavoratori stranieri altamente inefficiente, che mette in crisi tutti: imprese, famiglie e lavoratori e che ricaccia nel limbo dell’illegalità tutti quei lavoratori che pur avendo intrapreso l’iter legale perdono il lavoro a causa delle lungaggini burocratiche o altre ragioni e non hanno modo di cercarne un altro alla luce del sole.

Le soluzioni ci sarebbero, fa presente la Campagna Ero Straniero: «Bisognerebbe prevedere il ricorso al permesso di soggiorno per attesa occupazione in tutti quei casi a rischio irregolarità, quando la procedura di assunzione non va a buon fine per motivi che non dipendono dai lavoratori, per consentire loro di trovare un nuovo impiego e vivere e lavorare legalmente nel nostro Paese».

Ma la modifica più importante dovrebbe essere una riforma complessiva del sistema d’ingresso per lavoro, con meccanismi più diversificati, più flessibili e più veloci, più adatti alle esigenze degli imprenditori e delle famiglie.

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Data di aggiornamento: 26 Marzo 2025
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