L’assistenza domiciliare sulle spalle delle famiglie
La spesa delle famiglie per assistere anziani e persone non autosufficienti è sempre più alta e copre lo scarso coinvolgimento dello Stato in questo campo del welfare.
Lo rileva, una volta di più, il Rapporto 2024 di DOMINA, l’Osservatorio nazionale sul lavoro domestico, cercando anche di quantificare i costi sulle famiglie e i relativi risparmi da parte dello Stato.
Nell’ultimo anno le famiglie hanno speso per il lavoro domestico in generale 13 miliardi di euro, di cui 7,6 per la componente regolare e 5,4 per quella informale. La spesa per assistenti familiari ha inciso per 7,2 miliardi (tra spesa regolare e informale).
Per vedere quanto questo incida sulla spesa pubblica bisogna partire dai dati relativi alla spesa pubblica per l’assistenza (Long Term Care, LTC), calcolati dalla Ragioneria Generale dello Stato sui dati del 2023. La spesa pubblica per LTC ammonta a 34 miliardi di euro, ovvero 1,63% del Pil, di cui 3 quarti erogati a persone con più di 65 anni. Questa spesa è stata così impiegata: 42,9% per indennità di accompagnamento, 38,7% per servizi sanitari e il 17,8% per altre prestazioni.
Sulla spesa totale, ovvero i 34 miliardi di euro, il Rapporto Domina calcola che il 30,1 % è andata a sostegno di anziani residenti in strutture, mentre solo il 19% ha sostenuto l’assistenza a domicilio.
L’esiguità di quest’ultima spesa prova che buona parte del sistema domiciliare è sulle spalle delle famiglie e che se non ci fossero i 7,2 miliardi pagati per badanti, lo Stato dovrebbe spendere 17,2 miliardi in più per assistere in struttura altri 700 mila anziani. Secondo il rapporto, lo Stato ha risparmiato nel 2023, almeno 6 miliardi di euro, ovvero lo 0,3% del Pil.
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