La penitenza creativa
Stando a quanto afferma sant’Antonio, la penitenza ha a che fare con la gioia. Non solo. Anche con il coraggio e la fiducia. La pigrizia, invece, non c’entra nulla. Proviamo a dare un po’ di luce alle parole del nostro Santo, magari facendone tesoro in occasione della festa di Tutti i Santi. Sappiamo quanto la predicazione di Antonio fosse attenta a far sì che i peccatori aprissero i loro occhi sul male compiuto, in modo particolare sui comportamenti che soffocavano gli altri togliendo loro vitalità e giustizia. È importante rendersi conto delle proprie malefatte e sentirne dolore. È un dolore salutare: ci scuote e, speriamo, semina nel cuore il desiderio di cambiare.
La santità, spesso, inizia proprio così: si assapora l’amaro di un’esistenza spregiudicata e si apre la faglia della nostalgia. Una pungente inquietudine ci sollecita a cambiare, a seguire strade nuove. Il punto è che, talvolta, tale nostalgia rischia di rimanere soltanto vago sentimento. È invece necessario che divenga decisione, comportamento effettivo. Questo è il senso della penitenza raccomandata da sant’Antonio. Intuire scelte concrete da mettere in atto, azioni che potrebbero forse sembrare modeste o banali, ma che piano piano aiutano a rimettersi in gioco, scoprendo la letizia di rapporti più felici con gli altri.
La penitenza è questo: «pilotare» un po’ il proprio istinto, imprimergli una rotta inedita, fargli capire che ci possono essere vie più feconde e attraenti da seguire. Noi di solito associamo alla parola «penitenza» sentimenti piuttosto grigi e deprimenti. Letta in questa diversa ottica, in realtà, assomiglia di più a un’opera creativa. Significa sgusciare fuori dai soffocanti sensi di colpa che talvolta si annidano nel nostro cuore, riaprire le finestre dell’anima, lasciare entrare aria nuova. Penitenza non è nemmeno subire un castigo che ci mortifica. Ma inventarsi nuovi modi di agire.
Ecco dunque perché sarà necessario mettere da parte la timidezza e, fiduciosamente, ricominciare daccapo con coraggio. Dire che non ce la faremo mai è una falsità! Abbiamo molti esempi di uomini e donne che, nell’ordinario della loro vita, hanno saputo darci testimonianze splendide. Nemmeno la paura dovrà bloccarci: non si fa penitenza per evitare un castigo, bensì perché ci si fida della vita e delle possibilità che essa ci offre per amare di più. E l’indolenza di cui parla il Santo? In effetti occorrerà vigilare anche su questa! Perché fare il bene richiede sempre fatica. Almeno un po’.
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