La rivoluzione della riparazione

Prima di trasformare un apparecchio in un rifiuto, proviamo a ripararlo! Attraverso «Repair Café», «Restart Party» o lavori selfmade, contribuiremo a diffondere la cultura della sostenibilità. 
23 Ottobre 2025 | di

Vi è mai capitato di avere tra le mani un phon o un computer ed esclamare «fino a ieri funzionava e ora nemmeno si accende?». A causa di una ultradecennale cultura consumistica, quando la garanzia è scaduta e non si trovano centri di assistenza vicino a casa, quasi sempre il primo istinto è quello di buttare il vecchio prodotto e comprarne uno nuovo. Esiste, però, un’alternativa rivoluzionaria nella sua semplicità: provare a riparare. Prima di trasformare un apparecchio in un rifiuto, la nuova sfida è cercare il «Repair Café» più vicino a noi. Si tratta di luoghi spesso gestiti da volontari esperti che tentano di riparare oggetti non funzionanti. Affini a queste realtà sono i «Restart Party», eventi dove si condividono competenze per combattere lo spreco (specialmente quello elettronico). Questi appuntamenti consentono di salvare oggetti dalla discarica e diffondono la cultura della sostenibilità e del «diritto alla riparazione» recentemente richiamato anche da una direttiva europea. 

Se, invece, fossi tu la persona con le mani d’oro? Se sei in grado di ridare vita a un circuito, a un ingranaggio o a un tessuto strappato, la tua abilità potrebbe essere utile alla comunità: i «Repair Café» e i gruppi di restarter sono costantemente alla ricerca di volontari. Non serve essere ingegneri, ma basta la passione e la voglia di mettersi in gioco. Offrire il proprio tempo e le proprie capacità può fare una differenza enorme, per l’ambiente e per le persone che, grazie a te, impareranno che un oggetto rotto non è la fine, ma l’inizio di una nuova storia.

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Data di aggiornamento: 23 Ottobre 2025
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