La Voce e il Miracolo, una collettiva per Antonio
Ripensare la figura di sant’Antonio in chiave moderna è senza dubbio una sfida. Una sfida che oggi, a 800 anni dalla vocazione francescana del Taumaturgo e dal viaggio dell’Assisiate in Terrasanta, si carica di ulteriore significato. A coglierla ventisette artisti italiani riuniti a Padova nella mostra collettiva «La Voce e il Miracolo - Espressioni del contemporaneo».
Organizzata dall’Associazione culturale artistica «Di.Segno» e curata da suor Maria Gloria Riva negli spazi adiacenti al Museo Antoniano della Basilica di sant’Antonio (ingresso dal Chiostro del Beato Luca Belludi dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18), l’esposizione tenta di rispondere – dal 28 agosto al 1 novembre – ad alcuni quesiti posti dal poeta e scrittore Davide Rondoni: «È possibile oggi rappresentare la santità? È forse l’arte a uscirne sconfitta? L’artista partecipa alla stessa santità?».
Tra pennellate, colore e volumi, ogni artista fornisce una lettura personale del Santo e contribuisce, così, a creare un mosaico di storie che porta il pubblico sempre più vicino a due figure cardine della cristianità come Antonio e Francesco. Vedere per credere l’installazione di Paolo Baioni, dove il volto del Santo portoghese si riflette in quelli dei suoi devoti. Ma anche le sculture di Paola Ceccarelli e Niccolò Niccolai, incentrate rispettivamente sul potere comunicativo di Antonio che predica ai pesci e sul rapporto complementare col Poverello d’Assisi.
«In questa esposizione – spiega Giovanna Baldissin Molli, presidente della Veneranda Arca di S. Antonio – gli artisti dell’oggi reiterano le tradizionali tecniche dell’arte visiva italiana, pittura soprattutto, ma anche scultura per via di mettere e di levare, per esprimere e dar forma alla percezione di sant’Antonio nella nostra contemporaneità». Del resto, come spiega fra Fabio Scarsato, direttore editoriale del «Messaggero di sant’Antonio»: «Quella di Antonio è una figura di santo a due dimensioni, che può essere definito da questa circolarità umana: dall’eremo alla folla, e di nuovo dalla folla all’eremo, dal silenzio alla parola, e dalla parola al silenzio. È l’eterna polarità o meglio il dilemma, tutto sanfrancescano, tra azione e contemplazione».
Non a caso, nel corso dei secoli, il Santo di Padova ha fatto breccia nel cuore di molti. «Non c’è angolo dell’America latina ove non si trovi la sua statua, non ci sono Paesi o città senza una chiesa o una cappella a lui dedicata – racconta la curatrice della mostra suor Maria Gloria Riva, Ispettore Onorario nel settore dei beni materiali e immateriali della Liturgia Cristiana delle Diocesi di Rimini e San Marino-Montefeltro –. Antonio è un santo amato, popolare, di cui ognuno di noi ha un ricordo legato all’infanzia. Secoli di storia hanno cristallizzato la sua figura dietro a miriadi d’immagini, a volte sdolcinate, altre volte possenti. I ventisette artisti si sono messi in gioco, hanno indagato, letto, pregato il Santo e ne è nato un florilegio di opere interessanti il cui filo conduttore è la voce e il miracolo, titolo stesso della mostra».
La mostra «La Voce e il Miracolo- Espressioni del contemporaneo» è organizzata dall’Associazione culturale artistica «Di.Segno», in collaborazione con Veneranda Arca di S. Antonio e Edizioni Messaggero Padova. Gode del patrocinio della Regione del Veneto, del Comune di Padova e della Pontificia Basilica di S. Antonio.
Info: Associazione Culturale «Di.Segno»; tel. 338 9604744 – 392 5444562; sito web https://di-segno.eu/
Qui il video di presentazione della mostra.