28 Giugno 2023

L’amore nella dimensione della croce

Solo facendo esperienza dell’amore gratuito di Dio per ciascuno di noi, possiamo sperare di amare qualcuno in modo totalmente disinteressato.
L’amore nella dimensione della croce

© Giuliano Dinon / Archivio MSA

«Fratelli, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall’ira per mezzo di Lui. Se infatti, quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione».
(Rm 5, 6-11)

Straordinario… Cristo è morto per noi mentre eravamo peccatori. Quanta contentezza mi suscita questo brano, che gioia, che enorme senso di leggerezza e di libertà. Non sono amato per merito, sono amato e basta. Il cristianesimo è quanto di più anti-meritocratico ci possa essere, ti viene dato il salario pieno, indipendentemente dal fatto che tu abbia lavorato tutto il giorno o solo un’ora. La salvezza è arrivata sia per Giovanni che era sotto alla croce, sia per il centurione che aveva messo in croce Cristo stesso. 

San Paolo ti ricorda che sei amato al di là del tuo limite, delle tue debolezze, delle tue fragilità, del tuo peccato. Tu sbagli, e Cristo ti ama lo stesso. Tu tradisci, e Cristo ti ama lo stesso. Sei recidivo, ed Egli ti ama lo stesso. Ovviamente non ama il tuo peccato, ma te al di là del tuo peccato. Che bello! Questa è la libertà, non quella che ti promette il mondo, che ti dice che puoi fare quello che vuoi, non ti dà né confini né indicazioni, perché devi decidertela da solo la tua strada. E quando poi ti ritrovi scontento e infelice è solo colpa tua, sei tu che hai scelto, tutto dipendeva da te, ed evidentemente sei tu che non hai capito nulla. Con Cristo è tutta un’altra logica. Ti sei schiantato e ti senti un fallito? Non rattristarti, puoi sempre tornare al Padre, Egli ti ama così tanto che ha deciso di donare la vita di suo figlio per riscattare la tua.

Ma allora a che cosa serve che io faccia il bravo, che mi sacrifichi, se comunque il Padre ama ugualmente anche chi non lo fa? Perché, oltre alla gioia del ricevere, vi è la letizia del dare. Perché se è bello essere dalla parte di chi gratuitamente riceve, vi è un di più nel poter essere anche dalla parte di chi ridona ciò che per primo gli è stato donato. Che bello riuscire ad amare la propria moglie anche quando non se lo merita, in assenza di reciprocità, solo perché la ami e vuoi il suo bene. È una delle esperienze più trasformanti che l’umano possa vivere. A questo punto ci sembra di sentire qualche lettore obiettare che questo è ingiusto, che l’altro se ne approfitterebbe... A queste obiezioni rispondiamo che siamo d’accordo: è tremendamente ingiusto. È ingiusto dare a chi non se lo merita, è ingiusto amare chi non ricambia, così si rischia di premiare chi non si comporta bene.

Vi diciamo di più: oltre a essere ingiusto, quello che proponiamo come «bello» è anche impossibile da fare. Impossibile se ci si basa solo sulla propria buona volontà, sulla propria umana capacità di sforzarsi a fare il bene. Forse ci si riesce per un po’, ma alla terza o quarta volta che dai e non ricevi nulla in cambio, esplodi, ti arrabbi, cominci a lamentarti che sei solo tu che ti doni, che ti sei stancato/a di essere solo quello/a che dà e non riceve mai. Il dono gratuito è possibile solo se scopri che Cristo lo ha già fatto con te, che il primo ad averti amato in modo «ingiusto» è stato Lui e che continua a farlo anche quando lo tradisci con qualche idolo. Lui è sempre là, con le braccia aperte sulla croce, ad amarti anche quando sei nel peccato. La prima mossa è sempre sua. Se non fai l’esperienza di sentirti immeritatamente amato dal Padre, non puoi amare l’altro allo stesso modo. Per amare gratuitamente hai bisogno dell’Amore di Cristo, poiché il tuo è un amore umano, un amore piccolo; con quello al massimo puoi riuscire a voler bene a una persona giusta (che ti dà quello che ti spetta) o a una persona buona (che ti dà un po’ di più di quello che ti spetta).

Per questo motivo noi (Edoardo e Chiara) ci siamo sposati in Chiesa, perché solo con la Grazia di poter fare esperienza consapevole dell’amore oblativo di Cristo per le nostre vite, abbiamo la possibilità di riuscire a partecipare a questo festoso banchetto d’amore, ridonando l’uno all’altra quanto ci è stato individualmente donato (o almeno tentare). Grazie al sangue di Cristo noi siamo giustificati dai nostri peccati: da tutte quelle volte che ho mancato la mira rispetto alla possibilità di avere una vita immersa nella Bellezza, fatta di gioia piena e straboccante di pace.

Oggi, riconciliato con la mia stessa creaturalità umana e consapevole che valgo il sangue di Cristo, ho la possibilità di fare ciò che è impossibile per un cuore umano: amare le parti ingiuste di mia/o moglie/marito. Ricordiamoci però che amare non significa annullarsi o credere che qualsiasi cosa faccia il partner sia accettabile. Amare è anche saper fare una critica, dire un sano «no», non permettere all’altro di esercitare il peggio di sé. Amano anche quelle madri che denunciano i propri figli per spaccio di droga, perché è la cosa migliore che, in alcuni casi, possono fare per loro. L’amore della croce è un vertice, ma prima di arrivare al vertice c’è un cammino da compiere. Buon trekking a tutti verso la cima.

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Data di aggiornamento: 28 Giugno 2023
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