Lasciarsi amare
«Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: “Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!”. Ed erano infuriati contro di lei. Allora Gesù disse: “Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto”» (Mc 14,3-9).
In questo mese scegliamo un pezzo del Vangelo che si leggerà il giorno delle Palme, in memoria di una delle ultime esperienze terrene di Gesù prima della sua passione e morte. Gesù prima di essere abbandonato, tradito, condannato, umiliato, deriso e ingiustamente ucciso, viene profondamente amato da questa donna (che nel vangelo di Marco resta anonima). L’amore di questa donna per Gesù è un amore che ha una connotazione particolare, è un amore passionale, viscerale, quel tipo di amore che solitamente proviamo nei primi mesi di una relazione di coppia (quello che ti fa restare sveglio a chiacchierare tutta la notte con lei/lui senza percepire la stanchezza). È quell’amore che non sta a misurare, non sta a soppesare, che non bada a spese (trecento denari erano quasi un intero anno di paga di un operaio). Quanto è folle un amore così, un amore che non fa calcoli, un amore irragionevole...
Eppure Gesù si fa amare così, si lascia inondare dall’olio di nardo, non modera la donna, non le mette freni, accoglie su di sé questo amore passionale. Apparentemente sembrerebbe facile farsi amare così, sembra che sia solo la donna a donare e Gesù a ricevere. Anzi, Gesù appare, se non egoista, almeno un po’ egocentrico nel permettere che la donna utilizzi tutto quel profumo solo per lui. In apparenza i suoi discepoli si mostrano più accorti. In fondo, se ti vuoi profumare, non serve che svuoti tutto il vaso, ne basta poco e ottieni comunque l’effetto desiderato, il resto effettivamente si poteva risparmiare, si poteva donare. A volte anche noi ragioniamo come i discepoli nella relazione di coppia o nelle amicizie.
Quante persone conosciamo che faticano a farsi amare. Anche tu desideri essere amato, lo agogni, ma poi quando qualcuno lo fa per davvero, lo fa in modo eclatante, ti viene da smorzare i gesti d’amore dell’altra persona, da moderarli. Magari tuo marito, chiacchierando con una coppia di amici, elogia in modo importante le tue capacità di cuoca e tu, invece di goderti quel momento, cominci a dire «smettila, non esagerare», oppure «dai, non è proprio come dici tu», ecc. Tua moglie ti fa un regalo, magari particolarmente costoso, in un giorno in cui non è il tuo compleanno né Natale, e tu, invece di gustarti l’amore che lei ha per te, ti viene da dirle: «Non dovevi… ma perché hai speso tutti questi soldi!».
Oppure qualcuno tra i tuoi amici o parenti, vuole fare un servizio al posto tuo, vuole sgravarti da una fatica in modo gratuito e tu non glielo permetti, fai resistenza, anche se ne avresti bisogno, preferisci sfinirti di fatica piuttosto che farti aiutare. Certamente c’è anche chi se ne approfitta della generosità altrui, ma ci sono soprattutto moltissime persone che faticano a lasciarsi amare, faticano a ricevere gratuitamente, magari mascherando questo come umiltà, quando spesso non lo è. Dietro a questa ritrosia a ricevere un amore gratuito, esagerato, regalato, c’è l’idea che l’amore uno deve meritarselo e che io non lo merito. Desidero essere amato, lo agogno, ma contemporaneamente penso di dovermelo guadagnare.
Gesù, maestro in amore, ci mostra come è bello aprirsi alla possibilità di ricevere un amore smisurato, che amare non è solo donarsi (e Lui donerà tutto quello che ha e che è), ma è anche farsi amare. Se all’interno della mia relazione di coppia non accogliessi gli slanci d’amore gratuito di Chiara, la spegnerei nella sua parte più bella e lei non potrebbe manifestare il meglio di sé. Se prima di farmi amare da Chiara non mi lasciassi amare follemente e senza merito dal Padre attraverso Gesù, non potrei poi avere l’energia vitale per fare altrettanto nei confronti di mia moglie e dei miei figli.
Il primo passo per un cristiano non è amare, ma lasciarsi amare sapendo di non meritarlo, consapevole che questo è quello che desidera il Padre per me. Gesù loda questa donna, la esalta perché ha fatto quello che era in suo potere per amare; ci ricorda che questo amore non è stato inutile, amare non lo è mai. Ringraziamo allora questa donna, chiunque essa sia, perché ci ha permesso di comprendere che l’amore non è solo dono, ma anche accoglienza di un dono, è la capacità di farsi profumare da capo a piedi dell’amore dell’altro e dall’alto. Anche tu, quando qualcuno ti ama lasciaglielo fare, ricevi il suo amore e ringrazialo, parla bene di lui (benedicilo) e rimetti in circolo quell’amore.
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