San Giuseppe a tavola
Il 19 marzo è legato alla figura di san Giuseppe dal 1480 quando, con l’approvazione di papa Sisto IV, si cominciò a celebrare in questa data la festività del padre putativo di Gesù. Nel 1871 san Giuseppe venne riconosciuto dalla Chiesa come protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa universale. Non in tutti i Paesi del mondo, però, la ricorrenza cade il 19 marzo. In quelli di tradizione anglosassone, ad esempio, la data di tale festività è fissata alla terza domenica di giugno. Fino al 1976 in Italia era considerato giorno festivo a tutti gli effetti. Molti sono i dolci tipici regionali italiani legati alla data del 19 marzo: a Roma i bigné di san Giuseppe, a Napoli le zeppole, in Toscana e Umbria le frittelle di riso, in Emilia-Romagna la raviola, in Molise il calzone di san Giuseppe, in Sicilia diverse specialità tra cui le sfince di san Giuseppe.
Osservando come viene festeggiata questa ricorrenza dalle comunità italiane all’estero, scopriamo che, nel cantone svizzero di Zurigo, l’iniziativa delle associazioni dei pugliesi residenti nel Paese elvetico, d’intesa con il Comune di Minervino (Barletta-Andria-Trani) e l’Agenzia regionale del turismo, ha portato nel 2022 a Elgg la tradizione delle Tavole di San Giuseppe. L’usanza è antica e legata al territorio salentino: si tratta di grandi tavolate imbandite con diverse pietanze – ciambelle di pane, vermiceddhi, pesce fritto, verdure, pane fritto, lampascioni, cartellate e stoccafisso – che vengono consumate da un numero dispari di commensali, tra tre e tredici.
Se ci spostiamo più a nord, nel cantone Argovia, città di Laufenburg, incontriamo la comunità siciliana, in particolare dalla cittadina di Leonforte (Enna), che festeggia la ricorrenza del santo. Dopo una settimana di preparativi per cuocere il pane e i dolci tradizionali, il sabato seguente al 19 marzo viene celebrata una Messa con successiva processione e spettacolo pirotecnico, per poi proseguire con la veglia notturna e, la mattina seguente, la celebrazione dei sette santi.
Attraversiamo l’oceano. A New York, in questo periodo, è facile trovare le zeppole nelle pasticcerie gestite da italo-discendenti, e molte comunità onorano la festa: quella che si riconosce nella Società di Mutuo Soccorso di Concordia Partanna allestisce un altare con pani votivi e dolci decorati, e a fine giornata organizza la cena a base di pietanze tipiche, mentre quella dei Sannicandresi si riunisce in una chiesa del Bronx per il rito della benedizione del pane che viene poi distribuito ai partecipanti nei successivi festeggiamenti. Nella parte sud del continente, il Circolo dei Bergamaschi di Botuverà, nello Stato di Santa Catarina, in Brasile, organizza una novena di preghiera e successiva Santa Messa, animata dalla Corale Giuseppe Verdi, nella chiesa dedicata a san Giuseppe. Nella cittadina, ai primi del Novecento, si insediò un folto gruppo di emigranti provenienti dalla bergamasca, i cui discendenti tramandano fedelmente tradizioni e parlata dei paesi d’origine.
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