L’inossidabile Beppe di «Overland»

Lasciare tutto per seguire i propri sogni: è quello che ha fatto Giuseppe Tenti, creatore di «Overland», il progetto di viaggio e documentarismo che fa sognare le generazioni.
30 Novembre 2024 | di

La data del 3 febbraio 2026 è già stata comunicata a parenti, amici e fan. Come pure l’insolito luogo dove incontrarsi: in vetta al Monte Kilimanjaro (Tanzania), il tetto dell’Africa, a oltre 5 mila metri. «Lì ci ritroveremo per festeggiare i miei 90 anni» precisa Giuseppe Tenti, detto Beppe (classe 1936), conosciuto in tutto il mondo come il fondatore di Overland. La figura di Beppe porta sempre una ventata di energia, sia che lo si incroci in televisione, dove racconta le sue avventure, sia nei suoi tanti eventi in tutta Italia. Lo stupore aumenta se poi l’incontro avviene per strada, durante la sua corsetta di 12-15 km del sabato mattina. L’impressione è di trovarsi di fronte a un autentico fuori classe, completo di tutto: cortesia, simpatia, energia, esperienza, saggezza, semplicità e caparbietà. Ma ciò che più colpisce è la capacità di coniugare il passato con la modernità, come pochi sanno fare a 88 anni. Il nostro appuntamento è fuori dal parco, dove lui va a correre. «Ho fatto un po’ di chilometri, come faccio da quando ero giovane. Passiamo quindi alle domande?» chiede a bruciapelo, ma calmo.

A questo punto, il fiatone viene a chi lo deve intervistare. Sempre così tranquillo, signor Tenti? «E come dovrei essere alla mia età? Ne ho viste di tutti i colori nella vita!». Prorompe in una larga risata che accorcia subito le distanze. «Come faccio ad aver paura, se voglio vivere fino a 120 anni?» è la sua spiazzante risposta, che trova conferma nella fitta agenda di appuntamenti e viaggi che puntellano il suo futuro. «Nei prossimi giorni, ad esempio, devo accompagnare un gruppo al campo base dell’Everest, nell’Himalaya del Nepal a 5 mila metri, dove sono già stato otto volte, mentre in Nepal sono già andato una cinquantina di volte. Su per giù...». Se tentenna è solo sul numero preciso delle volte in cui è stato in un determinato posto, mai confonde le località: «Le basta se le dico che ho fatto quattro volte il giro del mondo?». Ogni viaggio, si trasforma in altrettante puntate di Overland da offrire all’affezionato pubblico televisivo. Così, negli anni, il volto bonario di Beppe Tenti accompagna varie generazioni, tanto che per strada a salutarlo non ci sono solo nonni o adulti ma tanti ragazzi. Questo perché il «format Tenti» era già virale prima che apparissero i social media.

Parlare con Tenti significa essere continuamente proiettati in avanti: vuoi per il suo spirito imprenditoriale «lumbard», pur essendo nato a Torino. Vuoi perché lui non vive di rimpianti e ha conservato gli occhi di un bambino. Gli domando se non sia proprio questo mix di caratteristiche il segreto della sua longevità. «Che ne so io? – risponde –. Diciamo che sto bene e mi fa stare bene ciò che faccio. Sappi che non ho mai fumato. Non mi sono mai ubriacato. Ho sempre fatto ciò che mi piaceva. Mangiato poco e bevuto tanto tè verde, come continuo a fare». Ricetta alla base di una vita piena di passioni. Come quella per l’alpinismo, condivisa con Reinold Messner, l’amico di una vita: «Insieme abbiamo fondato l’Alpinismus International, una realtà che serviva ad accompagnare alpinisti in trekking in alta quota. Poi, a Milano ho creato la mia prima struttura organizzativa chiamata “Trekking International”», che, già sul finire degli anni ‘60, era l’embrione di ciò che nel tempo diventerà l’Overland che conosciamo oggi. 

La svolta

«Alla base di tutto, però, c’era e resta la mia passione per il viaggio, la scoperta e la conoscenza». Eppure sembrava destinato a tutta un’altra vita: «Ero avviato a una carriera da geometra sulle orme di mio padre – aggiunge Beppe –, quando nel 1967 iniziai a organizzare per la mia sezione Cai UGET di Torino alcune escursioni alpinistiche. Fino a quel momento c’era la tradizione di salire sempre e solo sul Monte Bianco. Invece proposi ai soci di allargare gli orizzonti, promuovendo una salita sul Kilimanjiaro», che da allora diventa, come dice lui, «il mio campo base della vita». Doveva essere una cosa per pochi iscritti, ma furono una cinquantina quelli che salirono in vetta con Beppe: «Dopo questo primo trekking, compresi che potevo cambiare mestiere per dedicarmi a ciò che mi piaceva fare». Così Tenti smette la sua carriera di geometra-costruttore e diventa quello per cui è conosciuto: «Sono un uomo che si diverte lavorando. Ed è una grande fortuna, mi creda!».

Nel 1982 il cinema gli offre un’altra incredibile opportunità: «C’erano da girare delle scene in Tibet per il kolossal televisivo Marco Polo della Rai, per la regia di Giuliano Montaldo. Sapendo della mia professione di costruttore, la produzione m’incaricò di realizzare un ponte tibetano lungo 96 metri, tutto di corda. Non mi parve vero! E poiché non c’era Ken Marshall, l’attore che interpretava Marco Polo, mi proposero di diventare la sua controfigura, scena che ancora compare nello storico film. Fu così che mi appassionai al Milione e mi venne l’idea di calcare le orme del mercante veneziano sulla Via della Seta». Concluse le riprese dello sceneggiato televisivo, Beppe torna nella sua Milano, senza immaginare che di lì a poco sarebbe avvenuta una svolta: «Venni invitato a una cena nella casa veneziana di Giancarlo Ligabue. Tra i commensali vi era anche l’allora amministratore delegato della Fiat, Cesare Romiti. A tavola, mi chiesero di parlare dei miei viaggi, ed espressi anche il sogno di poter percorrere la Via della Seta», avventura poi ripetuta per ben 13 volte con tutti i mezzi: camion, macchine e bicicletta. «Conclusa la cena, ricevetti un invito da Romiti. Ne uscii con tre Fiat Panda 4x4 e un furgone PM40, messi a disposizione per la mia prima grande traversata Venezia-Pechino». 

I mitici camion arancioni

Ma il vero salto di qualità avviene grazie ai camion Iveco 330.30 da cava-cantiere del peso di 120 quintali, che diventeranno l’icona di Beppe Tenti: «La prima nostra edizione, tra il 1995 e il 1996, vide i camion arancioni partire da Roma per arrivare a New York, passando per la Siberia e lo stretto di Bering, con un eccezionale ponte aereo a causa di un inverno già allora più caldo del previsto, che non ci permise di transitare dalla cittadina di Mys Šmidta a Prudhoe Bay in Alaska». «L’anno seguente – continua Beppe –, partimmo dalla Grande Mela (USA), attraversando il Nord America, passando dalla Foresta Amazzonica e Cordigliera delle Ande, fino alla Patagonia, per giungere a San Paolo in Brasile». Ogni volta un documentario e un successo televisivo assicurato in Italia come all’estero. La Rai lo inserisce di diritto nei palinsesti e lo share d’ascolto puntualmente vola. Non c’è continente che Tenti non attraversi, e ad ogni trasmissione il gradimento sale.

«Nel 2005 arriva Overland 10 che abbandona per sempre i mastodontici camion, per scegliere una “ciclo-maratona”». Il 2007 è un’altra tappa storica. Per celebrare il centenario del famoso raid Pechino-Parigi (1907), la carovana con in testa la centenaria «Itala 35/45 HP», percorre in senso inverso il tragitto del primo raid automobilistico della storia. L’anno dopo, tocca alla spedizione di Overland 500 che lo vede utilizzare una Fiat 500 e una moto Ducati Multistrada. Al 2010 risale la spedizione, fatta in collaborazione con il progetto CinemArena della Cooperazione Italiana allo Sviluppo, che porta il cinema nei più remoti villaggi africani. In quell’occasione debutta il figlio Filippo e avviene il passaggio generazionale: Overland cambiava volto ma non lo spirito, con Beppe che continua a sovraintendere ai progetti. Nonostante i più di 500 mila chilometri percorsi, le 400 frontiere attraversate in ogni angolo del Pianeta e gli oltre 2 mila giorni complessivi di viaggio, non c’è alcuna traccia di volontà di fermarsi. Se qualcuno pensa a un Beppe Tenti pensionato e in pantofole, si sbaglia di grosso: «Siamo matti? Punto a superare il secolo di vita!». Eppure confessa di avere ancora un sogno: «Diventare nonno e andare in viaggio con i miei nipoti». Mai darsi limiti. 

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Data di aggiornamento: 30 Novembre 2024
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