Miami, hub dell’italianità
Stefano Cerrato, 49 anni, piemontese nato ad Asti e laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Torino, è il direttore del nuovo Istituto Italiano di Cultura di Miami. Funzionario dell’area della promozione culturale per il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale dal 2008, in precedenza è stato responsabile degli Istituti Italiani di Cultura di Lima in Perù, e di Lubiana in Slovenia. Tra i suoi principali interessi: l’arte contemporanea, di cui è collezionista, la musica dei generi più diversi, il cinema, la letteratura e il fumetto. È stato ideatore e curatore delle prime quattro edizioni della «Settimana del Cinema Italiano» alla Cineteca Nazionale Slovena.
Msa. Perché è stata scelta Miami per aprire questo nuovo Istituto Italiano di Cultura?
Cerrato. Dopo una serie di esposizioni e varie iniziative di rodaggio realizzate nel corso del 2023, l’Istituto Italiano di Cultura di Miami è stato inaugurato formalmente quest’anno. A tagliare il nastro della sede, il direttore generale per la Diplomazia pubblica e culturale del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Alessandro De Pedys, e il console generale d’Italia a Miami, Michele Mistò. In quell’occasione è stato ricordato come la Florida e il Sud-est degli Stati Uniti siano un’area estremamente dinamica, fortemente legata all’Italia e ricettiva delle eccellenze italiane negli ambiti più diversi. Miami si sta rivelando sempre di più uno dei centri di riferimento internazionali per l’arte contemporanea – basti ricordare la celebre fiera «Art Basel Miami Beach» che si tiene nel mese di dicembre –, ma anche per l’architettura e il design; settori nei quali l’apporto dell’Italia è esemplare e rispettato, grazie a un approccio che valorizza lo stretto rapporto tra creatività e tecnologia, scienze umane e tecnica, arte e impresa.
Su cosa punterà il suo Istituto?
L’Istituto si dedicherà, nei prossimi mesi, all’organizzazione di iniziative che spazieranno dalla letteratura allo spettacolo dal vivo e al cinema, dalla moda all’artigianato di qualità e alla cucina, dalla scienza allo sport. All’Italia viene riconosciuta la grande qualità dei contenuti espressi in questi settori. Qui sembra di percepire un apprezzamento ancora più trasversale: in generale l’Italia viene associata anche alla capacità di reinterpretare e attualizzare il proprio vastissimo patrimonio storico-culturale, e a una costante creatività multidisciplinare. Particolarmente rappresentativa è stata l’accoglienza riservata all’esposizione inaugurale dell’Istituto, dedicata al multiforme talento di Fortunato Depero, e intitolata «Dall’arte di avanguardia a una nuova pubblicità». L’approccio multidisciplinare ritornerà in autunno con un’esposizione che accosterà opere d’arte contemporanea a prodotti di eccellenze artigiane italiane. La mostra rimarrà visitabile fino alla fine dell’anno. Parallelamente, un progetto espositivo di designer italiani sarà proposto in concomitanza con la manifestazione «Design Miami». Ci attendono poi le settimane tematiche previste in tutta la rete diplomatico-consolare e degli Istituti Italiani di Cultura: la «Settimana della Lingua Italiana nel mondo» a ottobre, il cui titolo è «L’italiano e il libro: il mondo tra le righe»; e la «Settimana della Cucina» a novembre. Vorrei, infine, citare un programma di iniziative sulla canzone italiana che ha avuto inizio a fine maggio con un memorabile concerto di Carmen Consoli, organizzato dal nostro Istituto al Colony Theatre di Miami Beach. Oltre a nuovi appuntamenti con esponenti della nostra migliore musica d’autore, abbiamo l’intenzione di andare nelle scuole e nelle università dove si studia l’italiano per parlare di lingua e cultura a partire dalla canzone italiana.
Con quali strategie intende promuovere la lingua e la cultura italiana nelle università locali?
Esistono già delle collaborazioni, e altre sono allo studio con le cattedre di italianistica in Florida e nel Sud-est degli Stati Uniti. Si tratta di realtà molto attive dal punto di vista didattico, della ricerca e della divulgazione. Abbiamo notato che spesso le iniziative culturali degli atenei raggiungono il pubblico delle comunità locali. In Florida e nel Sud-est degli Stati Uniti esistono cattedre di italiano il cui funzionamento è sostenuto dai contributi finanziari del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.
E per quanto riguarda la ricerca scientifica e tecnologica?
La Florida è un polo di enorme rilevanza nel panorama statunitense e internazionale. Viene senz’altro alla mente il settore spaziale, ma sono molteplici gli ambiti di ricerca all’avanguardia, dalla medicina alla scienza dei materiali. In quest’area geografica c’è una folta presenza di ricercatori e docenti italiani che godono di grande considerazione nei rispettivi settori di attività: ne è prova l’esperienza decennale della Miami Scientific Italian Community. Rientra nei compiti dell’Istituto Italiano di Cultura, d’intesa con il Consolato generale a Miami, contribuire alla valorizzazione del lavoro di questi talenti, potenziando le occasioni di dialogo e confronto con i centri di ricerca italiani. Una prima iniziativa è già stata realizzata nella sede dell’Istituto, ossia la conferenza «Science in space to cure disease on Earth», tenuta da Davide Marotta, direttore del programma di «In-Space Biomanufacturing» presso l’International Space Station National Laboratory, la Stazione Spaziale Internazionale.
Che rapporto pensa di costruire con i numerosi italiani e italo-americani che vivono e lavorano in Florida?
La vivace e attiva comunità italiana e italo-americana è una primaria ambasciatrice delle eccellenze e del saper fare del nostro Paese. È con la sua costante collaborazione e con il suo coinvolgimento attivo che dovremo dialogare con quel pubblico statunitense interessato e interessabile all’Italia, alla sua cultura e ai suoi territori.
Prova la versione digitale del «Messaggero di sant'Antonio»!