Migrazioni: uno sguardo nuovo e competente

Il tema complesso delle migrazioni e della gestione dei flussi, coniugato con la promozione dei diritti e dei doveri, è al centro di un Master all’Università di Bergamo ideato e diretto da Paola Scevi. Ne abbiamo parlato con la docente.
19 Novembre 2024 | di

Lo spostamento di popolazioni da una parte all’altra della Terra è una costante della storia dell’umanità. Nel breve ma interessante testo, La grande migrazione, Hans Magnus Enzenberger, scrittore e poeta tedesco, scrive: «Non è ancora stata chiarita con certezza l’origine dell’homo sapiens. Ma pare si sia d’accordo sul fatto che questa specie sia comparsa per la prima volta nel continente africano e che si sia sparsa per tutto il pianeta mediante una lunga catena di migrazioni caratterizzata da spinte complesse e rischiose. La sedentarietà non fa parte delle caratteristiche della nostra specie fissate per via genetica».

Allo stesso tempo, la gestione dei flussi migratori è una delle più cruciali sfide del nostro tempo, perché sono in gioco i diritti umani e perché gli stessi flussi migratori sono fatti di persone, di vite, di singole storie, tutte diverse, tutte importanti. Albert Einstein diceva che «tutto ciò che ha valore nella società umana dipende dalle opportunità di progredire che vengono accordate ad ogni individuo». Tali opportunità dovrebbero essere di «diritto universale», ma difficilmente sono esercitate a causa dei tanti muri frapposti a chi tenta lo sconfinamento.

In questo contesto, creare figure esperte e competenti su un tema così complesso è una delle chiavi cruciali per creare una cultura del diritto ed estendere la tutela, la promozione dei diritti e dei doveri, per le persone in movimento e per chi si stabilizza in territori diversi dalla propria Patria. È l’obiettivo del Master di «Diritto delle Migrazioni» che da quindici anni (la 15ª edizione prenderà avvio nell’aprile 2025) si tiene nell’Università degli Studi di Bergamo, ideato e diretto da Paola Scevi, che nello stesso Ateneo insegna «Diritto penale internazionale e delle migrazioni»

Msa. Da dove nasce l’idea del Master?

Scevi. Da molti anni la mia attività di ricerca è dedicata al diritto penale internazionale e delle migrazioni e mi sono resa conto che ragionare sui diritti umani significa ragionare su uno spazio giuridico in sofferenza. Dei diritti umani si continua a parlare molto più di quello che si sia riusciti a fare finora per promuoverli effettivamente. Consideriamo, ad esempio, l’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti», ma la libertà e l’eguaglianza in dignità e diritti è negata oggi a molte donne, uomini e minori che in molte parti del mondo, e anche nella nostra società, vivono come schiavi. Pensiamo alla vendita, allo sfruttamento sessuale dei minori e delle donne, alla tratta delle persone, alla cessione di fanciulle come spose, al caporalato. Allora la questione fondamentale è proteggere effettivamente i diritti umani. Vanno qui ricordate le parole di papa Francesco in un messaggio scritto in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: «Conoscere per comprendere». Quando si parla di migranti e di rifugiati, troppo spesso ci si ferma ai numeri, mentre invece si tratta di persone. Per dare una risposta adeguata, è necessario un maggiore impegno culturale e civile, e per questo ho avuto l’idea di creare un Master che avesse per oggetto il diritto delle migrazioni. È un progetto per guardare più lontano, creare qualcosa di nuovo, contribuire positivamente a un futuro che è già qui. 

Quali sono gli sbocchi professionali del Master in Diritto delle Migrazioni? 

Il percorso formativo del Master si propone di formare esperti muniti delle capacità teoriche e pratiche necessarie per agire con competenza e professionalità nell’ambito specifico e complesso del Diritto delle Migrazioni. Il rilievo è fondamentale e crescente nelle professioni giuridiche, ma anche nel settore educativo, sociale, della comunicazione. È rivolto anche agli operatori dell’amministrazione centrale e locale, dei servizi alla persona e a quanti agiscono nel settore delle organizzazioni internazionali, dei Ministeri, delle Regioni. Le figure professionali e gli sbocchi professionali riguardano gli studi di avvocato, commercialista, consulente del lavoro, i sindacati, le organizzazioni non governative e le onlus. Attraverso l’approfondimento degli strumenti normativi, dottrinali, giurisprudenziali e l’analisi dei contesti sociali ed economici, l’Università di Bergamo costituisce un centro di ricerca e formazione che può contribuire a una migliore comprensione delle realtà del fenomeno migratorio e allo sviluppo delle migliori strategie. 

Quali sono le materie?

Il piano didattico del Master contempla l’area giuridica, delle scienze economiche e delle scienze sociali. Le materie riguardano la disciplina delle migrazioni a partire dalle disposizioni sull’ingresso e sul soggiorno, l’allontanamento dal territorio dello Stato, il diritto penale delle migrazioni, il diritto d’asilo. Questa parte sostanziale si intreccia con le scienze economiche e sociali, in insegnamenti che riguardano migrazioni e processi socio-economici, migrazioni-lavoro-welfare, politiche migratorie italiane ed europee, globalizzazione e scienze sociali. Come specificità del corso, ci tengo a sottolineare che il Master è realizzato in collaborazione con l’OIM (Organizzazione Internazionale delle Migrazioni), l’ICMC di Ginevra, che è l’organismo rappresentativo delle Conferenze episcopali di tutto il mondo presso le Nazioni Unite, e con il CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati) di Roma. 

Che risposta c’è da parte degli studenti?

C’è passione, entusiasmo, coraggio, occhi nuovi sul futuro. Lo dico sempre alle mie allieve e ai miei allievi: siamo immersi in una complessità che può disorientare anche gli animi più forti, sono in atto processi trasformativi, e per questo ci vuole forza e testardaggine per affrontare le sfide del presente e del domani. Ritengo sia più che mai indispensabile «sognare in grande» e agire secondo ciò che abbiamo sognato. Quindi guardo alle mie allieve e ai miei allievi con speranza e fiducia, perché si facciano promotori di iniziative individuali e collettive, utili a scongiurare il perpetrarsi di violazioni dei diritti umani. Penso a una Giudice, che ha ottenuto il titolo di Master, ed è entrata a far parte di una rete antitratta. Penso a Martina e a Filippo che sono inseriti e lavorano per la Caritas del Patriarcato di Venezia. A Francesco, che in Libia ha lavorato per un progetto del Cesvi, l’organizzazione che opera per la solidarietà mondiale. Penso a Valentina, che dopo il Master si è inserita nell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni. La loro passione, il loro entusiasmo, il loro coraggio e i loro occhi nuovi sono una speranza per il futuro. 

Immagino sia una bella soddisfazione seguire questi giovani professionisti una volta entrati nel mondo del lavoro.

Certo, e in più si è creato un circuito virtuoso di scambio delle competenze, sia su questioni nuove che su risposte alla luce degli aggiornamenti normativi in materia migratoria.

Info

https://sdm.unibg.it/corso/diritto-migrazioni/ 
Nella pagina si trova la scheda di iscrizione (anche in qualità di uditore) e la domanda per la borsa di studio.

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Data di aggiornamento: 19 Novembre 2024

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